Facile a dire, come fa Renato Brunetta, che Matteo Renzi fa del laurismo regalando 80 euro in busta paga nei giorni delle elezioni europee a chi ha un reddito inferiore ai 1.500 euro. Certo, miliardi di euro in più a circa 10 milioni di persone fanno colpo, non solo mediaticamente. Ma pensare che il premier e segretario Pd lisci solo il pelo agli elettori e distribuisca prebende a destra e a manca non è neppure tanto veritiero. Per il premier i fronti aperti, e gli azzardi, iniziano ad affastellarsi. E il rischio fuffa incombe sempre su Matteo Giamburrasca Renzi. Oltre a decisioni sciagurate di prospettiva come quella sugli F-35, come spiega il direttore di Airpress, Flavia Giacobbe.
LA GUERRIGLIA DEMOCRAT
Nel Pd il renzismo è di pura facciata. Opportunismo allo stato puro: Renzi viene visto come il solo che può riuscire a corroborare i consensi alle Europee ed evitare che il partito cada in catalessi. Il movimentismo degli apparatchik – da Massimo D’Alema a Pierluigi Bersani, passando per Gianni Cuperlo – ha un obiettivo recondito: rivendicare il partito perché il povero premier è molto indaffarato a Palazzo Chigi. La fronda anti renziana è consistente pure in Parlamento. Ma le richieste di modifiche che giungono dai bersaniani su riforma del Senato e della legge elettorale arriveranno fino al punto da mettere in crisi il governo? In questo modo però con Renzi in sella al Pd gli anti renziani saranno rottamati definitivamente nella formazione delle liste elettorali del Pd.
LE EUROPEE DEL PD VISTE DA UMBERTO PIZZI
STATALI SBALLOTTATI
L’opera di sballottamento dei dipendenti pubblici – in stile berlusconian-brunettiano – di sicuro non fa consolidare troppo i consensi del Pd, che nel pubblico impiego ha un solido serbatoio elettorale. La riforma Madia in arrivo sarà il colpo di grazia per la corrispondenza di amorevoli consensi tra dipendenti statali e Pd?
PROFESSIONISTI IN ATTESA
Il vitalismo riformatore del rullo compressore Renzi seduce l’elettorato di opinione composto da professionisti e imprenditori che, però, con le ultime misure fiscali, si devono accontentare della briciola del taglietto Irap dietro cui se celano ritocchino tributari all’insu, come ha sottolineato il blogger Mario Seminerio. E il bonus Irpef lascia all’asciutto al momento lavoratori autonomi e partite Iva. Nel contempo questo elettorato riformatore e moderato vede di buon occhio i tagli alla spesa pubblica di regioni ed enti locali, che preoccupano però proprio quel ceto dirigente democrat, e non solo democrat, che grazie alla spesa di regioni ed enti locali cerca ancora di consolidare rendite e ovviamente consensi.
BANCHIERI E MAGISTRATI SBRAITANO
L’incremento della tassa che grava sulle banche per le plusvalenze per la rivalutazione delle quote detenute dalla Banca è carburante per gli umori anti Casta e anti Poteri forti. Così come le scudisciate a dirigenti statali e magistrati (con la scusa del tetto agli stipendi) mandano in brodo di giuggiole in molti ma aprono fronti inediti, e ben poco positivi, per il Rottamatore.
EDITORI IN AMBASCE
Per non parlare degli effetti dirompenti che avrà sull’editoria cartacea l’abolizione dell’obbligo di pubblicare sui quotidiani i bandi di gare e concorsi per le pubbliche amministrazioni: le minori entrate saranno circa 100 milioni, è la stima del governo, ma la batosta in tempi di vacche magre sarà più virulenta (ammesso che poi la misura sarà confermata, l’esperienza fa indurre a qualche pragmatico dubbio, viste le ricostruzioni di Formiche.net).
Per questo, pur non essendo renziani, non possiamo non essere un po’ renziani per gli avversari palesi e potenziali che sono al lavoro per cercare di rottamare Mago Matteo.