Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Marco Cobianchi uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi
«Anschluss» è una parola impronunciabile, in Germania. E da usare con molta cautela anche fuori. Non tanto per quello che definisce, ma per quello al quale ha dato inizio. Se Vladimiro Giacché ha deciso di intitolare Anschluss (Imprimatur editore, 288 pagine, 18 euro) un libro sull’unificazione delle due Germanie, non dovremmo preoccuparci di quel fatto avvenuto 24 anni fa, ma di che cosa è successo dopo. Cioè ora. Questo è il motivo per il quale quello di Giacché non è un libro di storia, per quanto recente essa sia, ma è un libro che guardando al passato preconizza il futuro e dà delle preoccupanti chiavi interpretative del presente.
COME BONN HA DISTRUTTO BERLINO
Ad esempio: il famoso cambio 1 a 1 tra il marco dell’ovest e quello dell’est non è affatto stato un grazioso omaggio della Germania capitalista ai cugini separati, ma lo strumento attraverso il quale, coscientemente, Bonn ha distrutto l’economia di Berlino rendendole impossibile competere. Da qui la decisione, anche questa passata come un intervento umanitario di privatizzare tutto il privatizzabile attraverso una società pubblica, la Treuhand, che, in pochi anni, ha venduto circa 8.500 fabbriche dell’Est, sottocosto, consegnandole alle concorrenti dell’Ovest. Il risultato è stato la distruzione, letteralmente, della capacità produttiva di un intero popolo, peraltro ricco, e l’assoggettamento di un sistema industriale alle necessità di alcuni colossi dell’Ovest.
L’ARMA LETALE TEDESCA: LA MONETA
Un processo di privatizzazione condotto in modo selvaggio e condito da suicidi e bustarelle che, a Berlino, volavano come coriandoli tanto da rendere necessaria una legge che sollevava i dipendenti della Treuhand da ogni responsabilità penale in relazione a fatti di corruzione. Alla fine, della struttura industriale della Germania dell’est, che contava su imprese competitive soprattutto sul lato dei costi, non è rimasto assolutamente nulla. «Anschluss», appunto, realizzato attraverso un’arma letale, infallibile e silenziosa: la moneta. La grande idea dai tratti millenaristici di Helmut Kohl è stata tradotta in pratica da Wolfgang Schauble, allora ministro degli Interni e agli Affari Speciali. Oggi ministro delle Finanze tedesco: il più rigoroso custode della stabilità monetaria, guardacaso. Giacché, economista di stampo marxista, non lo dice, ma è ovvio che, alla fine, al lettore resti la domanda: e se tutt’Europa fosse vista come una gigantesca Germania dell’Est e l’euro uno strumento per desertificare le economie meno competitive? E se certe economie non sono competitive, è colpa loro o dell’euro che ha fatto emergere le differenze. E la differenza, è una colpa?