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Il Corriere della Sera fa il piedino a Renzi con trovate alla Berlusconi

Signori e signore, ecco a voi l’ennesimo editoriale della prolifica coppia Alesina&Giavazzi. I due economisti liberisti hanno una tale intesa che oramai scrivono solo a quattro mani sul Corriere della Sera.

Due degli alfieri più virulenti del rigorismo teutonico in salsa brussellese, dell’austerità indispensabile per porre le premesse della crescita, delle ferree regole sulle coperture finanziarie e sui benedetti rapporti deficit/pil e debito/pil, da qualche tempo hanno cambiato visione – specie sui rigorosi vincoli europei – ma non lo ammettono, preferendo sostenere nuove tesi senza dire di aver accantonate quelle vecchie.

Così oggi propongono misure e piani come quelli per anni annunciati, ad esempio, dai governi Berlusconi, che però erano svillaneggiati dalla medesima coppia Alesina&Giavazzi per essere spendaccioni, populisti e irresponsabili. Ora, invece, la coppia consiglia al premier Matteo Renzi tre misure. Prima misura: “Un taglio immediato delle imposte che avvicinasse la pressione fiscale italiana al livello della Germania”. Ovvero: “Subito 50 miliardi di tasse in meno e non i 10 miliardi che il governo a fatica sta cercando di recuperare”.

Secondo misura proposta dagli economisti ed editorialisti del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli: “La contemporanea adozione di norme che, nell’arco di un triennio, riducano strutturalmente la spesa di un simile ammontare”. Infine: “Una riforma coraggiosa del mercato del lavoro”.

La coppia Alesina&Giavazzi, pur vivendo nella stratosfera rispetto ai fatti, a volte è consapevole della realtà, infatti scrive: “Supereremmo temporaneamente la soglia del 3%, ma ne varrebbe la pena e i nostri partner capirebbero”.

Ohibò, non abbiamo un archivio alla Marco Travaglio, dunque non possiamo mettere in fila tutti gli editoriali della coppia Alesina&Giavazzi vergati sulla prima pagina del Corriere della Sera per dettare provvedimenti e rimbrottare quei biechi populisti che chiedevano di non venerare le regole europee e di contrattare il superamento del tetto del 3% sul deficit. Ma mostrare e ricordare tutte le volte che la coppia dei liberisti duri e puri hanno scritto il contrario di quello che ora sostengono non servirebbe: direbbero che il contesto è cambiato, che l’Europa è cambiata, che i partner europei sono cambiati e che anche il premier italiano è cambiato.

E’ cambiato tutto – è vero – tranne gli autori degli editoriali di economia e finanza pubblica del Corriere della Sera. Onore al merito, ovviamente.

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