Presidente Biondi, lei è stato uno dei primissimi liberali ad aderire a Forza Italia. Cosa è rimasto di quell’anima liberale nella Forza Italia di oggi?
Ė rimasta solamente una speranza delusa, un impegno ventennale per creare per la prima volta in Italia un grande partito liberale di massa. Era un sogno che avevo già da quando ero segretario del Pli: creare un liberalismo di e per tutti, che non fosse d’”élite”. Invece si è trasformata in una oligarchia tendente alla monarchia dove lo “stare al governo” è diventato più importante che governare. Tutte cose che dissi a Berlusconi ma rimasi inascoltato. E i fatti, purtroppo, mi hanno dato ragione.
Secondo lei quindi è un partito in declino?
Il declino di un partito a forti connotati leaderistici coincide inevitabilmente con quello personale del proprio capo carismatico e Forza Italia non fa eccezione anche se a Berlusconi rimarrà sempre quella immensa qualità di saper dire a chi ascolta ciò che queste persone si aspettano di ascoltare.
Non crede che anche il livello culturale di certi esponenti si sia notevolmente abbassato? Siamo passati dai professori alle vallette…
Certamente. Quando gente come Costa, Martino, Urbani ha preferito defilarsi qualcuno avrebbe dovuto domandarsi il perché. Invece non si sono mai posti il problema per poi, oggi, ritrovarsi a dover litigare sull’inclusione o esclusione di nomi che all’interno della stessa Forza Italia ritengono imbarazzanti o inadeguati. È doloroso vedere certi spettacoli, davvero.
Da ex ministro di grazia e giustizia come vede la vicenda di Berlusconi ai servizi sociali?
Che sia una vicenda sproporzionata penso che sia evidente a tutti. Questa che dura da vent’anni è una lotta più che politica oserei dire ideologica. Non voglio dire “colpo di stato” ma poco ci manca. Poi va detto che il martellamento di Berlusconi sui magistrati non ha giovato: tu puoi pure dire cornuto all’arbitro ma il risultato non cambia…
E da genovese invece? Come giudica Beppe Grillo?
Lo conosco bene, sono stato anche suo legale. Riconosco la straordinarietà dialettica e comunicativa del personaggio ma non condivido le sue proposte e il suo modo di agire. Da grande uomo di spettacolo dovrebbe sapere che ci sono sì gli applausi ma anche i fischi.
Le elezioni europee, per la prima volta, vedranno la presenza di un’unica lista liberale. Che ne pensa?
È una nota dolente di proporzioni storiche: il consenso elettorale, il vero cruccio dei liberali italiani. Non per questo i liberali italiani devono fermarsi alla sola battaglia di testimonianza ma dovrebbero imparare anche dagli errori del passato. Per ottenere consensi ci vuole organizzazione e non improvvisazione. Spero che la lista Alde abbia capito tutto questo.
Lei è tra i fondatori di questo movimento de I Liberali. Secondo lei c’è ancora bisogno dei liberali?
Ovviamente. E sa che le dico? A differenza di altri noi liberali possiamo permetterci di non vergognarci del passato. Molti eredi di grandi ideologie hanno dovuto chiedere scusa per aver detto o fatto certe cose. I liberali sono gli unici a poterlo fare non tanto per aver detto o fatto qualcosa ma non essere riusciti a farlo. Ed è ora di recuperare il tempo perduto.
(LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE DI FORZA ITALIA VISTA DA PIZZI. LE FOTO)