Italia. L’Istat ha rivisto al ribasso i dati sulla disoccupazione degli ultimi mesi. Il tasso dei senza lavoro, che era stato stimato aver raggiunto il 13% a febbraio, è visto ora al 12,7%, stabile a marzo rispetto a febbraio. Il dato resta comunque ai massimi storici. La revisione è il risultato di una lettura più positiva sugli occupati.
RIMBALZO DEGLI OCCUPATI
Nel mese di marzo, si è verificato un rimbalzo degli occupati (+0,3% m/m, il più significativo da quasi due anni e mezzo), che tuttavia non si è tradotto in un calo della disoccupazione in quanto controbilanciato da un aumento all’incirca della stessa entità delle forze di lavoro. Infatti il tasso di inattività ha toccato un minimo storico a 36,2%.
PRIMO RECUPERO
Si nota un primo timido segnale di recupero per il tasso di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione), salito al 55,6% dal minimo storico di 55,4% (rivisto al rialzo dal 55,2% stimato precedentemente). E’ il primo rimbalzo da quasi un anno.
RIALZO DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
Da notare il fatto che, se il tasso di disoccupazione generale è stato rivisto al ribasso, viceversa il tasso di disoccupazione giovanile (nella fascia di età 15-24 anni) è stato riletto al rialzo dall’Istat: il massimo storico toccato a gennaio, che nella precedente lettura era stimato al 42,4%, è ora visto al 42,9%; nei mesi successivi la disoccupazione giovanile è scesa solo marginalmente (di un decimo a febbraio e di altrettanto a marzo), attestandosi dunque al 42,7% (nell’eurozona, solo Grecia e Spagna hanno una disoccupazione giovanile più elevata).
IN SINTESI
In sintesi, la disoccupazione sembra avere limitati spazi di ulteriore salita, visto che la ripresa del ciclo è iniziata e gli indicatori sull’occupazione dalle indagini di fiducia (soprattutto dei consumatori, meno chiari i segnali dalle imprese) suggeriscono che il peggio è passato. Tuttavia, il rimbalzo congiunturale è talmente modesto e disomogeneo che è ancora presto per vedere un significativo calo della disoccupazione. Inoltre, si conferma e anzi si accentua la dualità del mercato del lavoro: la disoccupazione continua a colpire soprattutto i lavoratori giovani (e meno protetti).