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Libia, tutti i perché del nuovo caos

Libia haftar

La Libia è ripiombata nel caos. Dopo la sfiducia al premier Ali Zeidan lo scorso 11 marzo, ora a mollare la guida del Paese è il presidente ad interim Abdullah al-Thani. In un comunicato, l’ex premier ha spiegato che le dimissioni sono per “il bene della nazione” e per evitare che i libici combattano tra loro. “Non voglio più spargimento di sangue per colpa mia né che io sia la causa di una guerra tra libici”, ha detto. Secondo Al Jazeera, questo fine settimana al-Thani è stato vittima di un attacco insieme alla famiglia.

LA MISSIONE DI AL-THANI
Il Parlamento libico aveva incaricato al-Thani, ex ministro della Difesa, a formare un nuovo governo transitorio dopo che l’11 marzo era stato censurato il primo ministro Ali Zeidan. Il nuovo governo doveva guidare la Libia fino alle prossime elezioni a maggio. La nomina era stata fatta in un albergo circondato da manifestanti che minacciavano l’assalto. La sede dell’Assemblea è chiusa perché ancora si cercano di sistemare i danni dell’attacco a gennaio.

LA FUGA DI ZEIDAN
Zeidan è stato allontanato dall’incarico da premier dopo una mozione di censura presentata da numerosi deputati critici verso la gestione dell’insicurezza. Inoltre, i parlamentari hanno denunciato la crisi petrolifera esplosa l’estate scorso, quando milizie federaliste hanno bloccato i porti petroliferi del Paese. L’ex premier è fuggito in un jet privato verso l’Europa.

LE COLPE DEL PETROLIO
La produzione petrolifera della Libia è caduta fino a 250 mila barili al giorno. Una flessione significativa se si tiene conto che durante il regime di Muammar Gheddafi la produzione era di quasi 1,5 milioni di barili al giorno.

Dallo scorso agosto un gruppo di miliziani armati guidati da Ibrahim Jathran hanno preso il controllo di quattro porti del golfo di Sirte nella zona est della regione del Cirenaica, dove si trova l’80% del greggio libico.

LA CULLA DEL TERRORISMO
Un rapporto delle Nazioni Unite sostiene che la proliferazione delle armi (da e verso la Libia) è la causa principale dell’instabilità del Paese. Negli ultimi tre anni la Libia è diventata fonte di armi illecite in 14 paesi della regione.

In un’intervista pubblicata sul quotidiano The Times, Zeidan ha avvertito che la “Libia potrebbe essere una base per Al-Qaida per qualsiasi operazione in Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Marocco o dovunque. Le armi sono dappertutto, le munizioni sono dappertutto”.



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