Impostare le prossime nomine delle società partecipate su base meritocratica, subordinare la riconferma dei presidenti e degli amministratori delegati uscenti alla valutazione del lavoro fatto e riferire al Parlamento le ragioni delle scelte. E ancora: riduzione degli stipendi (compresi delle parti fisse e variabili, di eventuali stock option e stock grant) dei futuri presidenti e amministratori e siano allegate al bilancio annuale delle società le spese per pubblicità e sponsorizzazioni indicandone i beneficiari.
Sono questi alcuni degli impegni al governo contenuti nella bozza di risoluzione che domani sarà probabilmente votata dalla commissione Industria al Senato, sulle nomine delle società partecipate dallo Stato. A quanto viene riferito, la bozza di risoluzione sarà presentata domani in commissione dal presidente Massimo Mucchetti (Pd).
Per quanto riguarda le nomine delle società partecipate, i nuovi nomi su cui sta lavorando il governo Renzi sono circa 350. La fetta più grande è costituita dai 74 consiglieri di amministrazione del gruppo Enel. Seguono la Cassa depositi e prestiti (con 51 poltrone), Anas (43), Finmeccanica (35), l’Eni e Poste italiane (29), Ferrovie (24) e Invitalia (15).
Tra gli impegni, la commissione chiede al governo (per la scelta dei nuovi manager) di tenere conto “delle positive indicazioni adottate dalle società Enel ed Eni sull’indipendenza dei presidenti” contenute negli orientamenti messi a punto dai consigli di amministrazione. Inoltre, il governo dovrà impegnarsi a trasmettere al Parlamento una relazione annuale che illustri l’andamento delle società a partecipazione pubblica. La riduzione degli stipendi, chiesta nella risoluzione, dovrà basarsi su “un forte principio di progressività” con “l’eventuale miglioramento dei compensi dei capi azienda e il proporzionale miglioramento sostenibile dei salari”.
Tra le attività di controllo, la risoluzione prevede la facoltà di istituire presso la direzione del ministero dell’Economia di “specifiche unità di valutazione dei risultati delle aziende”. Infine, il documento impegna il governo “a rispettare nella definizione delle liste i requisiti di onorabilità, oltre a quelli di professionalità” previsti dalla mozione sulle nomine delle società pubbliche, approvata dal Senato il 19 giugno 2013. La mozione è fatta propria dal governo in una successiva direttiva del Mef. SOR