Tra entrare in lista con il Nuovo Centrodestra e l’Udc a titolo personale e spaccare il partito dei Popolari per l’Italia, considerate le resistenze di Dellai e Olivero contro Alfano e soci, Mario Mauro ha deciso un passo indietro.
Scelta comprensibile, che fa il paio con le riluttanze di Mario Tassone a entrare con il Cdu in una lista con gli amici-nemici dell’Udc.
Ora, però, senza riferimenti diretti, bisognerà impegnarsi per far saltare il patto del Nazareno e avviare senz’altri indugi il cantiere della confederazione dei popolari.
Con Gianni Fontana e Publio Fiori stiamo perseguendo questo obiettivo da molto tempo, come “medici scalzi” senza potere.
Attenti ché, se passa l’Italicum-Acerbo, il vero rischio è la scomparsa per molti anni di una presenza politica dei popolari di ispirazione democratico cristiana di cui soffre grandemente l’Italia e l’Europa.
Ettore Bonalberti
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