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Come si può ridurre davvero la spesa pubblica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Poiché non si dica che la Confedir – la principale Confederazione autonoma della dirigenza pubblica nazionale – è capace solo di criticare il governo Renzi ma non fornisce un contributo fattivo alla riorganizzazione dell’assetto dello Stato e degli Enti locali, la Confedir ha deciso di rendere pubbliche alcune delle proposte “costruttive” consegnate al Commissario Cottarelli (mesi fa) ed alla Ministra Madia (15 giorni fa)

Ecco alcuni dettagli:

A) ASPETTI GENERALI

1) Bilancio per cassa e non per competenza, per lo Stato e per tutti gli Enti locali. Effetto: chiarezza assoluta degli impegni di spesa.

2) Riduzione dei Ministeri ed accorpamento dei Dipartimenti.

3) Unificazione degli uffici del Personale / Bilancio /Acquisti

4) Unico soggetto per l’agricoltura.

B) REGIONI e COMUNI :

Riduzione del 25% dell’indennità dei Consiglieri. Risparmio = 120 milioni/annui

C) COMUNI

Totale privatizzazione delle partecipate.

D) FISCO

Riforma basata sul contrasto d’interessi tra il cittadino e il prestatore d’opera, unico mezzo per ridurre al minimo l’evasione fiscale.

E) SCUOLA

Rimodulazione dell’orario scolastico. Risparmio = 720 milioni/anno
Nell’ambito del personale scolastico. Risparmio = 110 milioni/anno

F) SANITÀ

1) Riduzione del 50% del numero delle ASL. Risparmio: 80 miliardi/anno (600 stipendi di 600 “manager” DG, DS, DA, DSS. Chiusura/riconversione di 100 ospedali con meno di 100 posti letto, risparmio: 2,5 miliardi di euro/anno ( 25 milioni/ospedale x anno )

2) Revisione packaging ed erogazione diretta dei farmaci per i pazienti cronici. Risparmio: 15-30 milioni/euro/anno.

3) Controllo almeno a campione degli esenti per reddito.

4) Costi standard anche per le coperture assicurative delle strutture sanitarie pubbliche

5) Controlli stringenti per le strutture convenzionate

G) PENSIONI

Netta distinzione (bilanci e gestione) tra previdenza ed assistenza; quest’ultima deve essere a carico esclusivo della fiscalità generale. Ammontavano a 208 miliardi, mentre il valore complessivo delle pensioni pagate dall’INPS è stato di 265 miliardi, con uno sforamento di 58 miliardi. Ma se l’assistenza ne costa 72, siamo proprio sicuri che il bilancio previdenziale sia in rosso? Ossia a quelle non sostenute da reali versamenti contributivi per tempi congrui pensione di reversibilità.

Integrativa

Rapporto all’età come avviene nei principali paesi europei. I tagli si realizzano eliminando i particolari privilegi dei dipendenti di Camera, Senato, Quirinale, Banca Italia, Corte Costituzionale che – tra scatti, automatismi e contributi figurativi – lasciano il posto ben prima rispetto alla media italiana. E che, come se ciò non bastasse, con il recente rinnovo del contratto di lavoro hanno ottenuto congrui ed ingiustificati aumenti.

H) CONSULENZE

Eliminare la gran parte dei 500 mila consulenti (il più volte amici o amici degli amici) che, dalla PdCM al più sperduto Comune, passando per Ministeri, Regioni, Province, ASL, Università e Scuole, costano oltre 2 miliardi/anno!

I) RIDURRE GLI SPRECHI

Non si può pensare di risolvere i problemi strutturali dell’Italia focalizzando l’attenzione solamente sulla P.A. e sui pensionati. I veri sprechi in Italia sono rappresentati dalle Agenzie, dagli ENTI inutili (es. Comunità montane a livello del mare!) dalle partecipate, dalle camarille nei bandi pubblici, dai ricatti sui precari, dall’incertezza del diritto e dalle Province e dalle Regioni a statuto speciale, che non hanno più ragion d’essere. Insomma, in Italia i più importanti sprechi sono costituiti dagli eccessivi costi della burocrazia, dalla insufficiente lotta alla evasione/elusione fiscale e dai costi, diretti e indiretti della politica, se è vero come è vero, che di politica in Italia vivono oltre 1,3 milioni d’individui con un costo di circa 14miliardi/annui, al netto delle ruberie e degli intrallazzi che, dice la Corte dei Conti, costano oltre 60 miliardi /annui.

E’ quindi l’ora ora di fare chiarezza, dice la Confedir. Non è sufficiente cambiare i vertici delle partecipate e tagliare le prebende dei nuovi amministratori. Sono necessarie scelte chiare e trasparenti che premino il merito ” vero” e non l’appartenenza alle varie “scuderie politiche”.

Stefano Biasioli, segretario generale Confedir

Michele Poerio, centro studi Confedir



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