C’è il Senato delle autonomie presentato in conferenza stampa da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi con tanto di slide e scheda di sintesi. Ma ci sono anche altre proposte di revisione costituzionale firmate da esponenti del Pd che fanno intuire come la strada per il disegno di legge su cui punta il presidente del Consiglio sia in salita.
A Largo del Nazareno la maretta è palpabile. Basta ultimatum, dicono i civatiani che giudicano inaccettabile qualsiasi forzatura alla Costituzione e ripropongono il loro di disegno di legge, con un Senato di garanzia scelto dai cittadini.
Qui le slide della proposta Civati-Pertici
Il toscano Vannino Chiti ritorna in auge facendosi capofila di una proposta che prevede la trasformazione di Palazzo Madama in una camera elettiva su base proporzionale sul modello del “bundesrat tedesco”.
Qui la descrizione dell’ex ministro Chiti
C’è poi il Senato immaginato dall’attuale Presidente di Palazzo Madama la cui presa di posizione in un’intervista a Repubblica ha suscitato molte polemiche. La sua idea di Senato come camera di compensazione tra governo e autonomie è stata sottoscritta da 25 senatori del Pd tra cui Francesco Russo che dicono a Renzi di “non fare tutto da solo”.
La minoranza del Pd non si arrende alla deriva renziana del partito e prova a serrare le fila. Stasera due appuntamenti in contemporanea che suonano come prove generali di opposizione anti-renziana. Alla Camera è previsto un summit a porte chiuse tra le varie anime del partito critiche verso il Rottamatore. Si attendono senatori bersaniani (Nico Stumpo, Danilo Leva, Davide Zoggia), lettiani (Paola De Micheli), dalemiani (Enzo Amendola e Andrea Manciulli), ex popolari (Enrico Gasbarra). Leader di quella che non vuole essere una corrente, anche se ne ha tutti gli aspetti, sono Roberto Speranza e Guglielmo Epifani.
Meno agguerriti verso il segretario del Pd i Giovani turchi che stasera si riuniranno per preparare la battaglia sull’unico vero tema che li separa da Renzi: il lavoro.