Scioglierò subito la riserva dichiarando apertamente che alle prossime elezioni europee in programma per il 25 maggio voterò senza esitazioni Claudio Borghi e cercherò serenamente, accogliendo l’invito del sempre disponibile direttore Michele Arnese, di motivarne le ragioni anche se ai più potrà sembrare una scelta più che scontata.
Per prima cosa sono felice di poter votare finalmente dal lontano 1976, primo anno utile in cui potei esercitare il mio diritto di voto alle politiche, la persona a cui voglio effettivamente dare il mio consenso! Sono stato sempre costretto, e così credo la stragrande maggioranza degli italiani, ad apporre sempre la croce su un simbolo non tanto per condividerne la linea politica rispetto ad un altro partito, ma quanto per votare contro qualcun altro e le persone che poi godevano indirettamente del mio voto erano state scelte sempre nelle segreterie dei partiti con logiche distanti anni luce dalle mie esigenze di cittadino disattendendo poi puntualmente le promesse e le intenzioni. Quelle stesse persone che hanno sempre considerato l’approdo politico non come la messa a servizio della propria professionalità per il bene della collettività, ma come un’opportunità lavorativa qualsiasi: la politica intesa come professione. Le europee poi sono state fino ad ora la quinta essenza di tutto ciò perché, nella maggioranza dei casi, hanno rappresentato il rifugio sicuro ai trombati alle politiche nazionali per assicurare poltrone in attesa di tempi migliori o parcheggi definitivi per uscite senza troppi traumi dalla scena nazionale.
Perciò non vi nascondo che quando ho appreso ufficialmente che Claudio si sarebbe candidato ho gioito perché avrei potuto votare finalmente la persona giusta per il posto giusto. E questo lo sostengo non perché sono grande amico e compagno di “ventura” di Claudio o firmatario con lui e Alberto Bagnai del Manifesto di Solidarietà Europea, ma perché condivido pienamente il suo pensiero e tutti gli sforzi compiuti faticosamente controcorrente per la divulgazione dell’insostenibilità di questa unione monetaria che ha letteralmente distrutto e messo in ginocchio il nostro Paese.
Sostengo pertanto Claudio, non perché sono stato al suo fianco in tanti convegni e dibattiti in Italia e all’estero e neanche per solidarietà essendo stato apostrofato insieme a lui, spesso con gli aggettivi più variopinti possibili, dai media che oramai sentono il fiato sul collo dopo aver supportato con complicità le scelte scellerate della politica italiana, ma perché finalmente vedo in lui la riscossa che in Europa ci è sempre mancata, fra inchini di Premier neoeletti e politici completamente impreparati sulle tematiche economiche.
Non m’interessa più di tanto se il partito che lo ospita come indipendente sia la Lega, come non m’interessa se ancora qualcuno, a cui mancano evidentemente validi argomenti scientifici, sia capace solamente di rinfacciare al partito del Carroccio di aver condiviso responsabilità di governo per molti anni: per quel che mi riguarda sta dando una chance a una persona che può fare la differenza e se eletto farà nel migliore dei modi gli interessi del nostro Paese. “La casa brucia e non sto a guardare chi porta i secchi d’acqua, ma che l’incendio si spenga altrimenti soccombiamo tutti!”. Ormai gli italiani, con un minimo di raziocinio, hanno perfettamente intuito che non esiste più l’arcaico concetto di destra, di sinistra o di centro, i cittadini pretendono giustamente che si risolvano urgentemente i problemi che hanno fatto precipitare il Paese nella crisi economica più crudele dai tempi della II Guerra Mondiale e sono disponibili a dare consenso a chi gli ispira fiducia indipendentemente dalla collocazione politica.
E in questo devo riconoscere merito a Matteo Salvini, neo segretario, di aver avuto il coraggio di far propria la battaglia “Bastaeuro” senza se e senza ma, candidando Borghi come garante e punta di diamante nella posizione di capolista di fatto nella circoscrizione Nord Ovest e presentandolo anche in quella Centrale e non relegandolo nelle liste tanto per poter sfoggiare il suo nome come specchietto per le allodole. E’ stata presa una decisa e chiarissima posizione perché ormai la Lega si è perfettamente resa conto che in questo momento i problemi del suo elettorato tradizionale coincidono con quelli di tutto il resto d’Italia e se i cittadini e le imprese della Padania sono in ginocchio lo sono anche quelli di tutte le regioni italiane per gli stessi identici motivi.
A Salvini pertanto il merito di aver preso il toro per le corna affidandosi a Claudio Borghi e non come molti altri partiti o movimenti fulminati con sfumature e toni diversi sulla via di Bruxelles, saltati con tipico opportunismo italico sul carro della protesta generale nei confronti della costruzione monetaria e sulla conduzione europea, dando l’impressione di farlo più per convenienza elettorale che per effettiva convinzione a riprova del fatto che sono stati lasciati, tranne rarissime eccezioni, gli stessi volti che fino ad ora non hanno certo brillato sul tema noeuro e pertanto senza una effettiva credibilità.
Votare Borghi significa pertanto uscire dagli schemi classici di quella politica incapace di proporre nuove persone con un elevatissimo livello professionale in grado di garantire quella rappresentanza che fino ad ora ci è stata negata. Borghi può raccogliere consensi da ampie fasce di elettorato che intravedono chiaramente come la costruzione monetaria comune abbia sfruttato la buona fede dei cittadini per mettere in atto un vero e proprio metodo di governo che travalica le democratiche istituzioni nazionali e che è condotta da una oligarchia autoreferenziale non eletta.
Sono certo che con Borghi a Bruxelles riusciremo a capire cosa stia effettivamente accadendo in quei Palazzi e non saremo più costretti ad apprendere i nostri destini dalla stampa o dalla TV a giochi fatti. Per la prima volta si potrà votare con certezza una persona che non ha bisogno di “conquistare” poltrone o onori perché è da scommette che dal punto di vista personale Claudio ci “rimetterà” e il suo unico “guadagno” sarà nella soddisfazione di aver contribuito a far risorgere il Paese per il bene dei suoi figli. Se ci riuscirà gliene sarò grato perché l’avrà fatto anche per i miei!
Con Claudio avrò la certezza che quel filo esile di democrazia che è rimasto in Italia, intesa come la possibilità dei cittadini di decidere per i propri destini, ancora non si è rotto perché non siederà passivo nel Parlamento Europeo, ma sarà un controllore severo e inflessibile dei nostri interessi e non di quelli degli altri come fino ad ora è avvenuto.
Il suo percorso professionale, molto simile al mio, mi garantisce che saprà capire e denunciare preventivamente le trappole e le “polpette avvelenate” che la Troika sta da tempo disseminando nel tentativo disperato di blindare la costruzione monetaria ormai agonizzante. Ogni suo sforzo sarà teso nel riportare il cittadino al centro in questa Europa che ha fino ad ora privilegiato palesemente solamente interessi di parte.
Avrei votato Claudio in qualsiasi partito si fosse proposto, perché scrivendo il suo nome sulla scheda elettorale sarà come apporre il mio. Quando lo vedremo sugli scranni del Parlamento Europeo sarò certo che finalmente ci sarà una persona che mi rappresenta degnamente e che riuscirà a fare in modo che un giorno ci riprenderemo veramente le chiavi di casa nostra!
Grazie Claudio per il tuo impegno, sarò sempre orgogliosamente al tuo fianco anche se mi rovinerai la domenica del 25 maggio prossimo perché già sarò davanti alla porta del seggio in anticipo all’alba per votarti!