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È vietato multare chi dà da mangiare a un povero. Grazie

Il commento è stato pubblicato ieri da L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi

L’ordinanza della discordia almeno un risultato l’ha prodotto: da quando è scoppiato il “caso Verona”, in molte città d’Italia amministrazioni e cittadini hanno cominciato a discutere su come ottemperare a due obblighi, entrambi rilevanti.

Il primo: che fare per aiutare in concreto chi ha bisogno di un pasto e di un tetto. Il secondo, come restituire le piazze e i centri storici alla libertà e alla dignità di tutti i loro abitanti. Vale il clamoroso e recente esempio di Barack Obama in visita al Colosseo. Per consentire al presidente americano di passeggiare con tranquillità e apprezzare da vicino le rovine più ammirate al mondo, poche ore prima fu sgomberato l’indecente, ma quotidiano spettacolo di abusivismo che da sempre accompagna l’arena più antica di Roma. Ma già Obama era con un piede sul Air Force One per tornare a casa, che i banchetti senza licenza, i gladiatori improvvisati, quelli che fanno saltare le code a pagamento e ogni genere di ilarità e illegalità avevano rioccupato i loro posti di sempre.

E’ da qui, è da questo sentimento di collettiva impotenza e di pazienza delle persone andata oltre ogni limite (ogni limite ha una pazienza, ammoniva il buon Totò), che forse nasce anche l’irritazione di tanti residenti per il “bivacco” -così è stato battezzato dalle autorità- di aree nel centro storico. Analoga, dunque, è l’insofferenza, pur essendo le situazioni molto diverse tra loro, e diversi i rimedi adottati: la multa salata per chi porta da mangiare ai senza tetto. Una scelta, questa della multa, che finisce per colpire sia chi ha bisogno di cibo, sia i tanti benefattori con o senza nome che di giorno o di notte antepongono l’esigenza della persona abbandonata e affamata al diritto del “bene in comune”. Non occorre scomodare Francesco, il Papa, per elogiare senza retorica chiunque, privato o associazione, dedichi anche un solo minuto del suo tempo a favore degli ultimi. Pensare al barbone della via accanto, è un atto d’amore e d’onore per chi lo fa e per chi insegna, così comportandosi, che questa è la cosa giusta.

Ma una buona azione può essere compiuta nel rispetto non solo delle leggi, com’è ovvio, ma anche di quel buonsenso generale che si chiama civismo. Se, al di là delle polemiche di queste ore, i favorevoli e i contrari all’ordinanza sono animati dalla stessa e comune ambizione -dar da mangiare ai bisognosi ed evitare “bivacchi”-, non sarà difficile trovare insieme la quadratura del cerchio.

Ma la multa a chi dà da mangiare a un povero, mai.

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