Da questa giornata elettorale ci si aspettano tante sorprese.
Ma un dato lo possiamo già dare per certo: un centrodestra italiano diviso, è irrilevante a Bruxelles.
Qualunque promessa abbiamo sentito dai rappresentanti italiani dei partiti di centrodestra, queste portano con sé una dose di irrealizzabilità molto alta se la pattuglia dei rappresentati italiani non riusciranno a far squadra o, peggio ancora, se continueranno a pestarsi i piedi l’un l’altro alla ricerca di un effimero riscontro elettorale nazionale.
Immigrazione, eurobond, accordo libero scambio UE-USA, fondi e sprechi europei potevano essere i cavalli di battaglia dei partiti moderati italiani che invece hanno preferito lanciarsi i scontri storici (tra Hitler e Stalin) e culinari (tra carne e pesce).
Da domani, qualsiasi risultato esca fuori dalle urne, occorre creare una aggregazione moderata e popolare che faccia perno sul Partito Popolare Europeo e che sia concorrenziale alla coalizione dei democratici e socialisti e a quella populista che è in via di affermazione non solo in Italia ma in tutti i paesi europei.
E’ necessario aggregare i moderati sulla base dei programmi, senza essere pregiudiziali verso nessuno.
Solo così eviteremmo il rischio, politico e sociale, di lasciare andare Italia e Europa alle derive populiste o socialdemocratiche mai state così forti prima di oggi.