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Che cosa rischia Alfano per le Lampedusa

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Marco Bertoncini apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Chissà se Angelino Alfano si rende conto dello sgretolamento subito dalla propria immagine all’arrivo di ogni carretta del mare. Senz’altro pure Matteo Renzi ne subisce intacchi di simpatie, però per il ministro dell’interno ci sono due cause specifiche che peggiorano la sua situazione.

Intanto, proprio perché titolare dell’Interno, Alfano è imputabile in prima persona, dalla pubblica opinione in genere, per gli sbarchi e i relativi drammi. Poi, capeggia un partito di centrodestra. I movimenti di centrodestra hanno sempre avvertito la pressione dei propri elettori, poco propensi ad accettare l’arrivo di migliaia di profughi extracomunitari. Senza dubbio le posizioni della Lega o di Fratelli d’Italia, e dei rispettivi elettori, sono più rigide o intolleranti di quelle dei centristi o dei forzisti; però è un fatto che tutti sarebbero ben più soddisfatti se fossero ancora attuabili gli accordi a suo tempo raggiunti con Gheddafi per contenere, se non proprio bloccare, l’arrivo di tanti disperati dalle coste libiche.

Ebbene, che cosa sia Alfano sia altri ministri propongono? Chiedono che l’Europa faccia la propria parte. Bene. Tuttavia da mesi siamo fermi a questa richiesta. Né l’Europa compie passi avanti, né l’Italia esce dalla condizione di forzata accoglienza di poveracci che fuggono dalle guerre e dalle miserie del Terzo mondo.

La gente chiede di vedere atti concreti, non di sentire l’eterna litania contro l’Europa zitta e inconcludente. La richiesta è tanto più pressante e preoccupata da quando il massimo dirigente ministeriale dell’emigrazione ha parlato di sei-ottocento mila potenziali arrivi. Fin quando Alfano ripete parole d’ordine, nulla ottiene. In compenso, perde seguito elettorale.


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