All’Auditorium Parco della Musica, a Roma, tra industriali e imprenditori gli argomenti di maggior interesse erano due, a latere del discorso di Giorgio Squinzi all’assemblea annuale di Confindustria: che farà ora Matteo Renzi dopo il trionfo delle Europee; quale sarà il successore di Squinzi alla presidenza dell’associazione di viale dell’Astronomia.
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Ci sono ancora due anni al termine del mandato di Squinzi, ma dopo il “tagliando” dei primi due anni, con la formazione-rimpasto di un nuovo comitato di presidenza della confederazione, e l’uscita rumorosa tra l’altro di Aurelio Regina come vicepresidente allo Sviluppo e all’Energia, in casa confindustriale si guarda già al futuro. Per diverse ragioni.
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Innanzitutto perché di fronte a un arrembante e ben poco concertativo premier come Matteo Renzi, assente oggi all’assemblea, la sfida per le principali associazioni rappresentative dei lavoratori e degli imprenditori è quella non solo di essere coinvolti dal governo nazionale nelle decisioni fondamentali di politica economia, ma anche quella di essere anche solo ascoltati. L’attivismo renziano, che non disdegna di lanciare strali a organizzazioni come la stessa Confindustria, induce gli industriali a pensare di individuare una leadership al passo dei tempi, quindi con un piglio, una comunicativa e una incisività diversi.
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Sarà Gianfelice Rocca il successore di Squinzi in viale dell’Astronomia? Assolombarda rivendica la guida della confederazione nazionale e Rocca di sicuro anche per alcune sue sortite pubbliche significative (la presentazione di un libro e interviste smarcanti rispetto a un renzismo scettico e critico di Squinzi) fanno propendere per una disponibilità sicura del numero uno del gruppo Techint per la presidenza dei Confindustria nazionale.
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Sulla scia di Rocca, secondo quanto scritto oggi da Claudio Cerasa del Foglio, ci sarebbe l’ex vicepresidente Regina, espressione della territoriale romana e del Lazio: un tandem che, se si salderebbe davvero, potrebbe da un lato chiudere la partita della successione di Squinzi prima ancora di iniziare e, dall’altro, far tornare ad avere un ruolo al centro e al centro sud negli equilibri di vertice della confederazione degli industriali.
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Ma la partita è tutt’altro che chiusa, al momento. All’auditorium Parco della Musica, oggi, tra i pour parler degli industriali, ci si interrogava su una eventuale corsa di Alessandro Laterza e delle potenziali mire di Antonella Mansi, vicepresidente all’organizzazione di Confindustria che ha annunciato da pochi giorni l’uscita dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dopo aver ricoperto il ruolo di presidente dell’ente in un periodo turbolento; periodo chiuso con un accordo con due fondi esteri che ha consentito da un lato un incasso alla fondazione senese e dall’altro di restare comunque con un ruolo di peso, grazie al patto stipulato con Fintech e Btp, nell’istituto di credito presieduto da Alessandro Profumo e capitanato dall’ad, Fabrizio Viola.
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