Se la concertazione è una prassi troppo lunga, come si lamenta Matteo Renzi, non è una buona ragione abolirla, nè é una bella idea non parlare con nessuno, o meglio parlare con Maurizio Sacconi e non con Susanna Camusso. Se avere due sinistre è, come dice Massimo D’Alema, miope, personalmente ne voglio una che, distinta dalla destra, perchè destra e sinistra esistono ancora, non dimentichi mai il mandato elettorale avuto, specie nella lotta alla precarietà.
E’ proprio incontenibile Pippo Civati travolto dal #melarossatour che, ideato dalla storica del Medioevo, la brillante Ilaria Bonaccorsi candidata al Parlamento europeo, sta conquistando la base del Pd, soprattutto i più giovani.
Il #melarossatour, ossia la mela della conoscenza, è la risposta pacata al #Vinciamonoi Tour del populista garrulo Beppe Grillo: due modi di comunicare agli antipodi. Una coppia, Civati e la Bonaccorsi, che si completa a vicenda in questa sfida culturale e politica per un’Europa nuova, più sociale, più attenta alla collettività e alla realtà umana,
Con calma e senza toni roboanti, Civati punge, e a fondo, Renzi, in un incontro affollatissimo, seguito da centianaia e centinaia di giovani con computer, ipad, smartphone sul marciapiedi antistante, non con una corrente qualsiasi ma con una corrente di pensiero, precisa il giovane segretario del circolo del Pd che un pò imbarazzato a mezza bocca cerca di allontanare l’idea diffusa di un Renzi-Ducetto.
L’ostilità di Renzi alla concertazione è molto sbagliata: sarebbe meglio avere atteggiamenti meno astiosi e più sereni, chiosa Civati.
Renzi non è il solo a nutrire antipatia per i sindacati, in particolare per la Cgil: Mario Monti chiese a Pier Luigi Bersani di tagliare le ali estreme riferendosi alla Camusso per le continue e ferme riserve e sottolieature: fastidiosa la Camusso come fastidiosi furono per il Migliore, Palmiro Togliatti, gli azionisti!
Ma anche Beppe Grillo inveisce contro i sindacati: è trasversale l’astio, aggiunge con ironia e sarcasmo Civati.
Proprio in questi giorni l’Ediesse, l’editrice della Cgil, ha pubblicato due libri dedicati a due prestigiosi sindacalisti: Bruno Trentin e Fausto Vigevani, il primo comunista, l’altro socialista, che sono stati un po’ i referenti e maestri, vent’anni fa, della giovane Camusso. E Trentin era di formazione giellista e azionista. Come dire, buon sangue non mente!
Nonostante limiti e ritardi, i sindacati sono una realtà: sono soggetti costituzionali, previsti cioè dalla Costituzione e di conseguenza sono interlocutori con i quali parlare e trattare con umiltà, senza atteggiamenti astiosi e con serenità: Renzi non dovrebbe poi dimenticare che molti dei suoi elettori alle Primarie sono della Cgil, rimarca Civati che di appoggi dalla Cgil non ne ha avuti.
Mi chiedo come sia possibile ora accettare un testo del ddl sul lavoro peggiorato dal Senato, soprattutto da Cesare Damiano, in cui non ci sono risposte alla precarietà, a cominciare dalla formazione – tema cara a Trentin e Vigevani – al salario minimo per i non contrattualizzati…, incalza Civati. E la Bonaccorsi annuisce ritagliandosi per se il suo spazio #melarossatour, ossia la mela della conoscenza: Soltanto la Sinistra è anelito, aspirazione, di cambiamento. Solo la Sinistra, come diceva Norberto Bobbio, ha la sua stella polare nell’uguaglianza. E come diceva Marc Augé: E’ grazie ad Eva che l’uomo ha mangiato il frutto dell’albero della conoscenza ed è diventato uomo. Così è iniziata la nostra storia, e se vogliamo che ci sia un futuro dobbiamo continuare a mangiare quel frutto. Dividendo la mela in parti uguali.