Dalle 23.59 di ieri è scattato il silenzio elettorale. Basta comizi, pubblicità, affissioni o propaganda in tv. Già, ma sui social network? Ai tempi della politica 2.0 dove molto della campagna elettorale passa da un tweet, un selfie, un post su Facebook, cosa fare nei due giorni che precedono il voto? “In teoria è tutto lecito – spiega a Formiche.net Dino Amenduni, consulente di comunicazione politica di Proforma – la legge che disciplina la materia non parla dei social media, è ferma a trent’anni fa. Ma nella sostanza il silenzio elettorale va rispettato”.
STOP ALLA PROPAGANDA SOCIAL
Ecco perché Proforma ha pubblicato sul suo blog alcuni consigli a riguardo.
I politici possono dunque aggirare il silenzio elettorale, continuando a fare campagna elettorale su Facebook e Twitter? Altamente sconsigliato, spiega Amenduni: “Anche se la legge non obbliga a farlo, meglio fermare le sponsorizzazioni il venerdì prima del voto, alle 23.59 per non indurre il destinatario a sentirsi in qualche misura privato del diritto al silenzio”.
SI’ ALLE FOTO POP (VERE)
Lasciare perdere i propri profili per questi due giorni? Sbagliato, anche questo, perché “la propria pagina personale serve per raccontare chi sei, bisogna sempre alimentarla anche con foto informali, con gli amici o la famiglia”. Vanno bene i selfie, la moda del momento, ma “se li si fanno abitualmente, non deve essere una photo-opportunity ad hoc, tutto ciò che è artefatto e genera il retropensiero nell’elettore che sia fatto solo per scopi elettorali, non funziona”. Prendete esempio da Obama, consiglia Proforma, che nel 2008 andò a giocare a basket con un video che fece il giro del mondo.
TRASFORMARSI IN MEDIA CIVICO
La domenica poi lo spazio dei social può servire “per dare informazioni di servizio – suggerisce l’esperto – per esempio per ricordare dove e come si vota. Trasformatevi in media civico, alternando questo tipo di contenuti a foto più pop”.
