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Cosa pensa Comunione e Liberazione di Papa Francesco

E’ passata praticamente inosservata l’intervista rilasciata da don Julian Carron, successore di don Giussani alla guida di Comunione e Liberazione, al sito di informazione religiosa Vatican Insider. Un’intervista rilasciata in occasione della presentazione, al Salone del Libro di Torino, di una raccolta di interventi dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio. Carron non è certo famoso per essere un tipo loquace, che ami rilasciare interviste. A maggior ragione, quindi, risultano significative le sue parole su Papa Francesco. Parole che arrivano proprio in un momento in cui si discute animatamente del ruolo dei movimenti all’interno della Chiesa di Francesco.

LA SORPRESA DI PAPA FRANCESCO

Anche Carron appartiene alla categoria di quelli che si dicono “sorpresi”, in positivo, da Papa Francesco. “La prima questione è l’imponenza di un fatto che tutti ci ha sorpresi” dice il leader di Cl. Secondo Carron, infatti, “in poco tempo Papa Francesco è riuscito, con i suoi gesti, a porsi come testimone disarmato della potenza della fede”. Un pontefice, quindi, disarmato dal momento che il suo pontificato “poggia solamente sulla potenza della testimonianza e non su una politica di egemonia. Francesco sa interloquire, con la sua semplicità, con il cuore di ogni uomo”.

BERGOGLIO, SINCERITA’ E RISCHIO BANALIZZAZIONE

Un Papa, Francesco, che secondo Carron viene percepito dalla gente come “sincero”. La gente, infatti, “ha capito che i suoi gesti non sono appariscenti ma hanno dentro l’accento della verità. Francesco, infatti, non recita ma è veramente così”. Questo, però, potrebbe portare ad un rischio di banalizzazione, anche per colpa dei media. “Il rischio di ridurre la portata di una figura così è sempre in agguato. Ma io penso che il fatto cui stiamo assistendo sia molto più importante di quello che una qualsiasi strategia giornalistica sarebbe in grado di produrre”.

LA SINTONIA CON PAPA FRANCESCO

Il successore di don Giussani alla guida di Cl lo dice chiaramente. “Noi sentiamo con lui una particolare sintonia, una forte sintonia”. E questo sebbene “non ci siano mai stati prima contatti con lui”. Ma su cosa si fonda questa sintonia? Secondo Carron, innanzitutto, si basa “sulla centralità di Cristo sulla quale il Papa ha insistito tanto in questi mesi”. Ma si fonda anche “sul suo grande desiderio che l’annuncio di Cristo raggiunga ogni uomo”. E ci sono, poi, le “periferie esistenziali che Francesco non smette di sottolineare. Noi, infatti, desideriamo vedere che la fede è in grado di entrare nella realtà di tutte le cose e di mostrare tutta la sua potenza di cambiamento”.

SE CL DIFENDE BERGOGLIO

A Carron, poi, spetta il compito di “difendere” Papa Francesco dagli attacchi che arrivano da chi non condivide, sia all’interno che all’esterno della Chiesa, la linea del successore di Benedetto XVI. Carron, infatti, rispedisce al mittente l’accusa di coloro che ritengono che Papa Francesco piaccia al mondo perché lo asseconda. “Non mi sembra proprio che cerchi di piacere al mondo assecondandolo”. E cosa rispondere a coloro che rimproverano a Francesco di avere ridotto la figura del Pontefice? “Ma Gesù non teneva le distanze. E’ stato in mezzo alla mischia. Se c’è un Dio non distante è il Dio dell’incarnazione”. Un Papa che fa il pauperista? “Francesco ha gesti di rottura e di povertà. Ma non è un atteggiamento, lui è così. Ha sempre vissuto in mezzo alla gente, nelle periferie”.

I MOVIMENTI AI TEMPI DI FRANCESCO

Nell’enciclica “Evangelii gaudium” Papa Francesco usa, nei confronti dei movimenti, il “bastone e la carota”. Se, da un lato, li descrive come una “ricchezza della Chiesa” per il loro “fervore evangelizzatore”, dall’altro lato li invita a non perdere il “contatto con questa realtà tanto ricca della parrocchia del luogo”, cercando una maggiore integrazione. Come se la “passa”, quindi, Cl ai tempi di Papa Francesco? Molto bene, secondo il vaticanista de Il Fatto Quotidiano Antonio Francesco Grana. Grana, infatti, parla di “momento di massimo splendore per Comunione e Liberazione, che sta vivendo con l’avvento di Francesco una pagina positiva della sua storia”. Questo, sempre secondo Grana, “nonostante l’oblio in cui è caduto il suo più illustre esponente, il cardinale Angelo Scola, in seguito alla mancata elezione al pontificato”. Ed ancora “brucia” il rifiuto di Papa Francesco di incontrare nel dicembre dello scorso anno la delegazione dell’Expo di Milano guidata dal cardinale Scola, che si sarebbe definito “allibito”. Ma non bisognerebbe però dimenticarsi che, secondo molti, da tempo il cardinale che guida la diocesi di Milano avrebbe preso le distanze da Carron e dal movimento di don Giussani.


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