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Così i droni sorveglieranno le spiagge (a Jesolo)

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Bonifacio Borruso apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

A caccia di vucumprà, col drone. A Jesolo, in provincia di Venezia. Ma stavolta la Lega Nord non c’entra, anzi con l’ex-sindaco Francesco Calzavara, che fa il segretario cittadino, sta all’opposizione. L’idea, degna degli uffici di Langley, in Virginia, dove ha sede la Cia, è invece venuta a Valerio Zoggia, 64enne commercialista, eletto a maggio del 2012, da una stranissima alleanza che vedeva insieme il Pdl, cui apparteneva, il Pd, il Psi, l’Udc e che, all’epoca, fu definita «maggioranza Mario Monti», essendo simile a quella che sorreggeva l’ex-rettore della Bocconi all’epoca a Palazzo Chigi.

Zoggia, che è pure lo zio del deputato bersaniano Davide Zoggia, già responsabile degli enti locali Pd, s’è infatti invaghito della tecnologia aeronautica in miniatura.

Col suo assessore alla Sicurezza, Luigi Rizzo, e il capo dei vigili urbani, Claudio Vanin, hanno assistito l’altro ieri a una dimostrazione di droni radiocomandati che, ha spiegato La Nuova Venezia, «si alzano fino a un chilometro e possono coprire oltre 200 metri in lunghezza».

Tutti e tre hanno osservato i tecnici della Verona Cyberfed, far volteggiare gli apparecchi della Eurodrone di Cuneo. Zoggia sta infatti pensando di dotare la municipale di questi apparecchi in funzione di contrasto alla microcriminalità che, in un luogo di villeggiatura come Jesolo, è comprensibilmente un problema. In particolare il comune vuole appunto pizzicare i numerosi venditori abusivi che insistono sulle spiagge del litorale. Dotati di videocamere, i droni possono trasmettere le immagini in tempo reale alla centrale della polizia municipale e far sì che gli abusivi vengano fermati.

«Dalla dimostrazione abbiamo visto che funziona», ha spiegato Zoggia al Corriere Veneto, «l’unico difetto è che a un’altezza di 20-30 metri si può udire un ronzio e questo potrebbe scatenare la fuga di qualche delinquente».

Il ronzio, forse, potrebbe infastidire anche i bagnanti. E forse potrebbe pure porre qualche problemino di privacy, a chi prende il sole fra gli ombrelloni o sul bagnasciuga. Ma Zoggia è così convinto che sta pensando di fare un test-flight, cioè un volo di prova, per qualche settimana, fra luglio e agosto.

Per nulla spaventato dai costi di questi oggetti ultra tecnologici che, secondo la stampa locale, costerebbero 10mila euro a settimana, fatto che ha scatenato le opposizioni. Il sindaco ha minimizzato, sempre parlandone col CorrVeneto: «Con 10mila euro potremmo noleggiare diversi droni, ma ci accontenteremo di uno che sorveglierà il territorio in via del tutto sperimentale». Se poi ci saranno risultati, nel 2015 ci sarà l’acquisto.

Scettico invece il presidente della Federconsorzi arenili Lido di Jesolo, che raggruppa i titolari degli stabilimenti balneari, singoli o consorziati. Si chiama Renato Cattai e, interpellato sul contrasto tecnologico agli ambulanti fuorilegge, non ha fatto salti di gioia: «Il controllo, anche attraverso queste tecnologie, è positivo. Ho qualche dubbio sull’efficacia. Non è filmandoli che si cacciano i vu cumprà».

Cattai infatti ha fatto sapere preferirebbe vedere qualche divisa in più a spasso sulla spiaggia. L’idea dei droni che, dall’alto, scrutano gli abusivi proporre jeans e borse tarocche fra gli ombrelloni potrebbe anche essere contagiosa e piacere alla Guardia di Finanza, alla caccia di scontrini non battuti o di barche a vela non dichiarate. E il cielo delle nostre vacanze potrebbe risultare affollatissimo. Roba che l’Ente nazionale aeronautica civile-Enac, dovrebbe farci un pensierino.



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