Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo l’analisi di Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi
L’Europa che ha prodotto 26 milioni di disoccupati e che, in base ai sondaggi, è riuscita ad avere contro il 30% dei suoi 380 milioni di elettori che sono chiamati alle urne domenica prossima, è un’Europa costruita su misura delle propensioni e degli interessi della cancelliera Angela Merkel e di un paese, la Germania, che, anche per l’ignavia degli altri paesi europei, è diventato il paese che sta costruendo, attorno a sé, l’Europa. Questa affermazione viene confermata, in questo stesso numero di ItaliaOggi, dall’articolo di Tino Oldani che, da qualche settimana, sta passando al setaccio la Ue senza prevenzioni ma anche senza indulgenze, in un’inchiesta che non ha pari in tutti i quotidiani italiani.
LA NOMINA DI HERMAN VAN ROMPUY
Quando si trattò di nominare il presidente del «Comitato europeo dei presidenti di stato e di governo» o Eurosummit, in pratica la più alta istanza di governo dell’Europa unita (che, infatti, ha finito per ridimensionare il ruolo, un tempo onnipotente, della Commissione europea; Barroso per intenderci) i due finalisti furono: Tony Blair, l’ex premier socialista inglese che continuò in Uk la riforma sociale ed economica di Margaret Thatcher, e Herman Van Rompuy, un grigio e servizievole democristiano che fu, per un solo anno, premier del minuscolo Belgio. La scelta fra i due sarebbe stata molto facile su Blair, se si fosse voluto puntare sulla qualità degli uomini. Angela Merkel invece, a nome dei dc europei (che ha in pugno come un mazzo di viole mammole) impose il flaccido Van Rompuy, sicura che avrebbe potuto disporre di un perfetto esecutore dei suoi ordini. Alla Merkel non interessa far decollare l’Europa ma solo tenerla in pugno.
LA SCELTA AL RIBASSO DI CATHERINE ASHTON
Analoga scelta al ribasso è stata quella dell’«Alto rappresentante della politica estera», in pratica il ministro degli esteri della Ue. Anche in questo caso, la scelta non è caduta su un/una leader ma su una pasticciona, inadeguata al ruolo. Si tratta di Catherine Ashton, socialista ma anche baronessa di Upholland, una di cui a palazzo Barlaymont (sede centrale della Ue, a Bruxelles) si dice che sa solo ordinare i servizi da tè. Infatti nessuno la conosce e persino nelle trattative sull’Ucraina è stata scartata. Il summit infatti era composto da Usa, Polonia e Russia. L’Europa è stata lasciata in panchina. Anche perché il contributo della Ashton sarebbe stato nullo. Ecco, questa è l’Europa che non vogliamo.