Italia. La fiducia delle imprese manifatturiere è risultata pari a 99,7 (esattamente in linea con la nostra previsione) a maggio. L’indice risulta invariato rispetto ad aprile (il dato del mese scorso è stato rivisto al ribasso di due decimi da 99,9 della stima preliminare) e si conferma ai massimi da giugno del 2011.
L’INDAGINE
Il dettaglio dell’indagine non è particolarmente positivo in quanto l’unica componente a sostenere l’indice sintetico è il calo delle scorte (a -3 da -1 precedente, vicino al minimo storico di -4 toccato lo scorso dicembre). Si nota infatti una stabilità dei giudizi sulla produzione e delle attese sugli ordini e un lieve calo dei giudizi sugli ordini e delle attese sulla produzione. Anche le aspettative sull’economia, dopo il balzo dei mesi precedenti, correggono parzialmente a -5 da -2 (rimanendo comunque vicine a un record degli ultimi 7 anni). Migliorano invece, anche se in misura molto meno eclatante che nel dettaglio
dell’indagine di fiducia dei consumatori, le attese sull’occupazione (da -8 a -6, circa in line con la media dei mesi precedenti).
IL MORALE DELLE IMPRESE
L’andamento del morale delle imprese manifatturiere resta molto differenziato sia per
raggruppamenti principali di industrie che per aree geografiche. Infatti la fiducia corregge
parzialmente, dopo il balzo del mese scorso, per i produttori di beni strumentali, cala (tornando ai minimi da inizio anno) nel settore dei beni di consumo e viceversa avanza ulteriormente nel comparto dei beni intermedi. Inoltre, il morale delle imprese sale nel Nord-Ovest e nel Centro ma scende nel Nord-Est e nel Mezzogiorno.
SERVIZI E COSTRUZIONI
Indicazioni ancora meno confortanti giungono dai servizi e dalle costruzioni. Nei servizi di mercato, il morale delle imprese scende a 87,4 da 91,2 di aprile, tornando ai minimi dallo scorso dicembre. Nelle costruzioni l’indice, calando a 72,9 da 74,6, tocca addirittura un minimo da quasi un anno e resta molto al di sotto della media storica (88); anzi, negli ultimi due anni il trend per la fiducia dei costruttori è al ribasso (mentre per gli altri settori la tendenza nell’ultimo anno è stata chiaramente al rialzo).
COMMERCIO AL DETTAGLIO
L’unico tra i macro-settori che registra un miglioramento della fiducia è il commercio al dettaglio, dove il morale sale a 98,7 da 98 di aprile, toccando un nuovo massimo da quasi tre anni e collocandosi al di sopra della media storica grazie a un trend molto evidente di ripresa nell’ultimo anno.
UNA SECONDA BATTUTA D’ARRESTO
Di conseguenza, l’indicatore sintetico dell’Istat sulla fiducia delle imprese ha fatto segnare la seconda battuta d’arresto consecutiva dopo cinque mesi di aumento. L’indice (costruito come media ponderata del morale delle aziende nel manifatturiero, nei servizi, nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio) è sceso a 86,9 da 88,8 di aprile. Si tratta di un minimo dallo scorso gennaio.
Il dato conferma che la ripresa non è ancora diffusa e la situazione congiunturale resta molto disomogenea fra settori e aree geografiche. I servizi e ancor più le costruzioni confermano quanto già emerso dai dati di contabilità nazionale ovvero una sostanziale stagnazione nel primo caso e un possibile aggravarsi della recessione nel secondo. D’altro canto, il manifatturiero conferma i segnali di ripresa e il commercio al dettaglio sembra beneficiare delle aspettative di un rilancio della domanda trainato dagli sgravi Irpef.
IN SINTESI
L’economia italiana fatica a schiodarsi da una sorta di “limbo”, in bilico tra stagnazione e ripresa. Tuttavia, riteniamo che in prospettiva il trend resti quello di un miglioramento del tono congiunturale, trainato dal manifatturiero e dal commercio e nonostante un contributo per ora sostanzialmente nullo dai servizi e ancora negativo dalle costruzioni.