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Ecco il vero stress delle parole di Geithner

Stress Test” è il titolo del libro appena pubblicato da Tim Geithner, Segretario al Tesoro americano nei momenti più burrascosi della crisi finanziaria. In Italia sta suscitando un vespaio di polemiche per via della ricostruzione delle vicende del G20 di Cannes, nel novembre 2011, quando non meglio precisati funzionari europei avrebbero chiesto al governo americano di non fornire il proprio avallo ad un prestito del FMI all’Italia se non a condizione che il governo Berlusconi si fosse dimesso.

LE CONVULSIONI DEL 2011

Una sorta di  complotto, una vicenda sicuramente da chiarire. Ma tutte le vicende italiane a partire dal giugno del 2011 sono state confuse e convulse, anche della famosa lettera a doppia firma Draghi-Trichet, Governatori della Banca d’Italia e della Bce, inviata il 5 agosto ma resa pubblica solo il 20 settembre, si sa ben poco. Sembrò un ultimatum, ma c’è chi dice che sia stata addirittura concordata, non è chiaro.

I NUMERI DEI PRESTITI

Sui numeri, invece, c’è poco da discutere: il sistema finanziario europeo si è basato per anni su prestiti interbancari transfrontalieri, cresciuti a dismisura senza alcun controllo da parte della Bce e delle Banche centrali. La crisi europea nasce così: dopo anni di crescita esponenziale, è iniziato il ritiro frenetico: un collasso che ha riguardato prima la Grecia, poi l’Irlanda, quindi il Portogallo e la Spagna ed infine l’Italia. Nel 2008, secondo la Bri, il credito estero alla Spagna era arrivato a 1.078 miliardi di dollari, rispetto ad un pil di 1.601 miliardi: un livello astronomico. Era stato di appena 435 miliardi nel 2005 ed alla fine del primo semestre del 2012 era crollato nuovamente, a 569 miliardi: prima uno tsunami travolgente, poi una risacca distruttiva. Il pil cresceva per via del debito bancario con l’estero, mentre il rapporto debito pubblico/pil era sceso dal 59,3% del 2000 al 36,1% del 2007: un miracolo di sobrietà. E’ successo in Brasile, ma lì è stato il real prima a volare e poi precipitare. Con l’euro, in Spagna sono saltate le banche.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

Anche l’Italia è rimasta coinvolta: chi doveva sistemare i propri conti a casa, per rimediare alle perdite subite con il tracollo del sistema finanziario americano. Dall’inizio della crisi fino a dicembre 2011, le banche che riportano alla Bri hanno ritirato dall’Italia 607 miliardi di dollari. Nell’estate del 2011 la posizione dell’Italia nel conto Target 2 è passata per la prima volta da un attivo strutturale, mantenuto per i dieci anni precedenti, ad un crescendo negativo: a novembre, la posizione era di -191,3 miliardi di euro. Un deflusso inarrestabile verso la Germania, che infatti toccò un attivo di 463 miliardi.

CHE COSA E’ SUCCESSO NEL ’92

E’ accaduto già nel ’92: anche allora i titoli di Stato italani venivano venduti per paura del default, le lire cambiate in marchi, ed i capitali portati in Germania. Rientrarono esterovestiti, nel marzo del ’93, con il vantaggio della svalutazione. Nel 2011, il solito stress test.



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