Abolizione del fiscal compact e referendum sull’euro. Sono le ultime indicazioni elettorali di Beppe Grillo che non suonano affatto come delle comiche provocazioni.
Tra il vuoto programmatico di tutti i partiti che si presentano alle elezioni europee con manifesti ridotti alla rappresentazione del volto di candidati beatamente sorridenti, insieme all’utilizzo di scontati e logori slogan pubblicitari, il Movimento Cinque stelle offre due direttrici di marcia concrete e accattivanti.
Quanto all’abolizione del fiscal compact, basterebbero governanti meno impotenti in grado di far valere in Europa il No netto dell’Italia contro quei regolamenti palesemente illegittimi e nulli (Reg.1466/97; Reg n.1055/2005 e n. 1175/2011), in quanto contrastanti con lo spirito e la lettera dei Trattati di Maastricht, Amsterdam e Lisbona, da cui lo stesso fiscal compact discende (vedi Giuseppe Guarino:” Cittadini Europei e crisi dell’Euro” Editoriale Scientifica)
Certo si chiamerebbero in causa le responsabilità di presidenti del consiglio, commissari europei e ministri dell’epoca che parteciparono alla formulazione di quei regolamenti senza nulla eccepire. E, d’altronde, se non lo faranno i nostri governanti, prima o poi ci penserà la gente anche tramite una class action dagli effetti devastanti.
Per il referendum si dovrebbe chiedere ai cittadini una semplice risposta ai tre quesiti posti dal Prof Paolo Savona nella sua analisi apparsa nei giorni scorsi su Italia oggi:
1. Vuoi stare nell’euro con le conseguenze sotto i tuoi occhi o affrontare il costo dell’uscita?
2. Vuoi continuare ad aumentare il debito pubblico per stare meglio o tagliare la spesa pubblica accettando le conseguenze?
3. Vuoi rimborsare il debito pubblico cedendo il patrimonio statale o pagando più tasse per rimborsarlo?
Tre domande semplici alle quali si dovrebbe chiedere di rispondere anticipatamente a tutti i candidati alle prossime elezioni europee, per meglio orientarci sul nostro voto.
Ettore Bonalberti
