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Errori e miraggi della politica estera occidentale

Tutti noi siamo preoccupati per l’evoluzione della situazione in Ucraina, in ogni Paese e continente riceviamo notizie molto fuorvianti e troppi mass media prediligono fornirci la loro ‘opinione politica’ piuttosto che mostrarci i fatti.
Ovviamente, una libertà di stampa e informazione troppo ‘omologata’ alle decisioni del ‘potere’ è legittima, ma poco risponde alla sua essenziale funzione lodata da Thomas Jefferson.

Certo, molti e diversi punti di vista sulla complessa situazione Ucraina ci fornirebbero elementi importanti per una visione più chiara dei fatti e delle possibili via di uscita ragionevoli e rispettose dei diritti di tutti, del popolo ucraino in primis.
Stessa considerazione si sarebbe dovuta fare anni or sono, ben prima delle decisioni improvvide che portarono il Presidente Obama, Nobel per la Pace, a scatenare il putiferio in Libia, Tunisia ed Egitto.

Partiamo dunque dalle esperienze del recente passato e senza nascondere il catastrofico sacrificio umano di americani a Bengasi, cerchiamo di capire semplicemente come è la situazione sul campo nei paesi della ‘primavera araba’.
Basta un termine, disastrosa. Diritti umani erano gravemente violati ieri in Libia,Tunisia ed Egitto, oggi per molti versi quegli stessi diritti umani sono ancor più violati e, nel caso Libico e Tunisino, siamo ben lontano dall’avere un Governo,un sistema giudiziario indipendente, un esecutivo solido.

Al contrario, basti questo esempio per chiudere la parentesi, abbiamo in Libia una nazione divisa nel proprio territorio, incontrollata e non governata ovunque, tranne che in Cirenaica dove un nuovo ‘califfato’ la fa da padrone nella ‘tratta’ di esseri umani e nella logistica di ogni gruppo terrorista jihadista. Questo accade oggi, sotto gli occhi del mondo e il mondo, con i protagonisti di quelle guerre ‘brevi’ e ‘mirate’, non muove un dito per risolvere la situazione. In una parola, il pacifista Presidente Obama, nel difendere i diritti umani in quell’area del Mediterraneo, non solo ha prodotto un peggioramento della situazione umanitaria, ma pure favorito di ‘fatto’ l’insediamento del primo califfato estremista mediterraneo dai tempi del raffinato ‘Impero Ottomano’.

Di questi recenti mesi è l’intervento ‘umanitario’ in Siria, i finanziamenti e le forniture di armi (incluse le chimiche) alle bande di jihadisti, la creazione di un loro califfato nel nord del paese e la conseguente immane moria di civili e rifugiati. Non mi spingo oltre, il Presidente Assad non è certo un santo, quello che hanno creato i nuovi paladini dei diritti umani che usano la guerra come strumento di promozione, è ben peggio della peggiore repressione vissuta dai cittadini siriani da sempre.

Ovviamente, tutti e tre i pacifisti presidenti di Francia, Uk e Usa, si mostrano talvolta preoccupati per la libertà religiosa e del massacro cruento dei cristiani in quelle aree, ma nessuno di loro si assume la minima responsabilità di aiutare o indicare una via di uscita alla tragedia che hanno provocato. L’ hashtag divenuto famoso (bring back our girls) per il rapimento delle bimbe nigeriane, l’impegno a parole di Obama, è solo il lampante segno di come l’ipocrisia arrivi a livelli inimmaginabili. Vogliamo evitare che altre ragazze e altri massacri si compiano in Africa? Vogliamo veramente fermare Boko Haram? Risolviamo la crisi libica e somala e fermiamo il finanziamento occidentale di Al Qaeda in Siria. Non è più il tempo delle menzogne, nemmeno sul massacro di Bengasi.

In Ucraina, non contenti della tragica politica estera degli ultimi anni, al di là delle letture di parte, è evidente che gli accordi del 21 febbraio non sono stati minimamente rispettati e coloro che li avevano garantiti (Usa e EU) hanno dimostrato la loro impotenza diplomatica.
Una ignoranza enorme viene alla luce, una ignoranza della storia della Ucraina e della sua attuale situazione. Unica soluzione ragionevole, dopo la rottura di fatto degli accordi tra Yhanukovic e le opposizioni del febbraio scorso, era proporre la federalizzazione del Paese. Infatti, come oggi giorno si dimostra con i referendum indipendentisti, l’Ucraina non è solo governata da moltissimi ‘oligarchi’ regionali, ma è altresì composta da diverse etnie da decenni presenti nel Paese e che convivono con lingue,culture e tradizione molto differenti tra loro. Gli uni e gli altri oggi giorno si sentono insicure e dunque cercano vie di uscita politiche che possano permettere, almeno in via teorica, consentire a loro, una speranza di benessere futuro.

Non capire che tra gli abitanti della regione di Lvov e quelli di Karkiv esistono le stesse differenze che troviamo tra un abitante del Canada e uno di Cipro, dimostra superficialità e impossibilità di muovere qualunque azione diplomatica positiva.
Non voglio considerare la mala fede, nemmeno voglio avventurami nella analisi di immagini e dati sulla presenza di persone e organizzazioni di diversi paesi occidentali o della Russia negli ultimi mesi in Ucraina.Nemmeno voglio citare gli ‘affari’ legittimi che diverse compagnie occidentali e statunitensi hanno concluso con il Presidente Yhanukovic e ora hanno accresciuto con l’attuale Governo. Sono tutti ‘dati’ legittimi che ognuno di noi conosce, non siamo certo ‘naif’.

Penso sinceramente che una buona parte dei paesi occidentali, se facessimo queste analisi, rimarrebbe dalla parte del ‘torto’ e non avrebbe nessuna giustificazione politica per ciò che ha promosso.
Qui il punto è ben altro e certo non si può tacere che si voglia riportare il mondo alla guerra fredda, ai blocchi di bene e male e voler autodefinire come parte del bene quella capeggiata dal Presidente Obama, del male quella del Presidente Putin. Questo tentativo è irrealistico e totalmente infondato.

Irrealistico perché sono passati decenni dalla caduta del muro di Berlino e ai decenni che hanno preceduto il collasso morale e socio-economico della ideologia e del regime sovietico.
Ridicolo è il solo immaginare che il Presidente Obama, il pacifista Obama, così munifico nei suo supporto sistematico alle agenzie pro aborto e pro gay mondiali, lo stesso che impone l’Obamacare con piglio totalitario o il Presidente Hollande, che ha fatto picchiare centinaia di dimostranti pacifici per le strade di Francia solo per la loro difesa del matrimonio naturale, oggi si ergano a paladini della civiltà.

Tutti coloro che amano l’Ucraina devono sapere che essa ha una funzione essenziale in questo XXI secolo, essa può e deve essere un ‘ponte’ tra occidente e oriente, essa stessa è la più grande opportunità tra i due emisferi. Ciascuno di noi può sentire più simpatia per Obama o Putin, pensare che l’adorazione di Satana ad Harvard o in Oklaoma sia più incivile o immorale delle leggi contro la propaganda gay di Putin, o viceversa.
Nessuno può negare i fatti e le prospettive dell’Ucraina, né i semplici fatti che la famiglia e la sua promozione, per molti aspetti anche la dignità e i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre, siano ben più promossi dalla Russia di Putin che dalla Presidenza Obama, il quale ossessionato dalla lobby LGBT e abortista, vuole imporre una rivoluzione dei costumi e dei comportamenti globali strumentalizzando la credibilità del popolo e della storia americana.

Tutti noi siamo a ragione molto tristi e preoccupati quando vediamo che per vincere un premio canoro europeo un uomo si deve vestire da donna ed invece di essere ricoverato dallo psicologo, viene mostrato ad esempio per i giovani. Siamo tutti sconcertati quando prendiamo atto che il ceo di Mozilla deve dimettersi per il semplice fatto di avere sostenuto privatamente le ragioni del matrimonio naturale o che Disney produca e diffonda a tutti i bambini il modello LGBT come unico e giusto. Un nuovo pericolo è già in azione, un neo-totalitarismo ben descritto venti anni fa, sin dal suo comparire dai maestri e martiri della resistenza europea, Havel e Solztgenitsin.

Una nuova omologazione, terribile e totalitaria, ridicola e paradossale, vuole essere imposta a tutti. Solo se cogliamo questa sfida alla libertà umana, alla dignità della persona, alla libertà di educazione e alla vita e alla famiglia, sapremo con saggezza valutare le vera ragioni e le vie d’uscita alle crisi mondiali geopolitiche. Guardare a Putin come ‘il problema’ e ‘il nemico’ significa solo dimostrare la propria cecità e, senza offesa, significa essere parte e psicologicamente sudditi della strategia globale di quelle lobby che vogliono stracciare la storia del popolo americano, con i loro valori e le proprie libertà e trascinare il mondo in nuove e terribili schiavitù.


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