L’Europa non deve deflettere dalla vocazione universalistica impressa dai suoi padri fondatori: è più che urgente ritrovare le condizioni culturali e politiche dell’intuizione europeista, frutto della tradizione e della cultura cristiana. Noi da sempre siamo europeisti convinti e speriamo che il progetto di Europa avviato da De Gasperi, Adenauer e Schuman vada avanti: un progetto che ha garantito decenni di pace, libertà e benessere. Ma oggi vediamo che, nonostante l’unità monetaria, si è allontanata la prospettiva di un’unità politica.
Inoltre, la debolezza politica ha permesso una deriva finanziaria selvaggia rispetto all’economia reale: dobbiamo recuperare l’attualità della Dottrina sociale cristiana e rimettere al centro la persona. Oggi l’Europa è percepita solo come una fastidiosa tecnocrazia amministrativa, in balia delle lobbies, che penalizza interessi e specificità nazionali e regionali.
LA CRISI VALORIALE
L’Europa sta attraversando una crisi che non è solo economica ma soprattutto valoriale, per questo si deve riprendere ogni iniziativa a tutela della vita, della famiglia e del lavoro, affermare la sussidiarietà, salvaguardare le minoranze, favorire la partecipazione e la giustizia sociale, sostenere le comunità locali e rafforzare la solidarietà transnazionale.
Si esce dalla crisi con più Europa, con un’Europa unita, con una sola voce che punti ad un’economia al servizio dell’uomo e non a tecnicismi che strangolano crescita e sviluppo.
COME CONTRASTARE LE DERIVE ANTIEUROPEE
E’ necessario ora più che mai sostenere l’europopolarismo, con una chiara avversione ai cedimenti relativistici per contrastare le derive antieuropee ed il ritorno di populismi qualunquistici, di localismi e di particolarismi. Molte aree del populismo protestatario richiedono l’uscita dall’euro – il che è improponibile – ma di certo non si può lasciare tutto come è ora: le regole della moneta unica vanno riformate e, con queste, il ruolo della BCE. Ugualmente devono essere adeguati i regolamenti che hanno vanificato la sovranità dei Paesi riguardo allo sviluppo nazionale e, in particolare, va rivisto il patto fiscale riguardante la riduzione del debito, adottando strumenti di valutazione meno condizionati dal PIL ma più vicini alla situazione reale.
IL RUOLO DELL’EUROPA SULLA SCENA INTERNAZIONALE
Anche sulla scena politica internazionale, il ruolo dell’Europa appare molto modesto. Continuano i conflitti nelle zone dell’Est Europa, del Mediterraneo e in Medio Oriente, spesso originati dai fondamentalismi religiosi, che determinano enormi spostamenti di migranti a cui si aggiungono le tante vittime dei cosiddetti “mercanti di uomini” che dominano nei nostri mari. Nella gravità di questi fenomeni, la grande assente è proprio l’Europa che non ha dato risposte adeguate con una solidale politica comunitaria per superare la tentazione di “globalizzazione dell’indifferenza”, denunciata da Papa Francesco. Questo non significa certo rinunciare alla propria identità culturale e civile, né alla ‘vita’ dei Paesi ospitanti: bisogna coniugare dovere di accoglienza e realismo.
COME RIPOSIZIONARE L’EUROPA
L’elezione del Parlamento europeo è ormai alle porte ed è un’occasione storica per riposizionare l’Europa nel solco della migliore tradizione del popolarismo sull’intuizione dei fondatori, riconsegnando nelle mani del popolo europeo la speranza nel suo futuro.
ANDIAMO A VOTARE
A pochi giorni dal voto – che dirà ai Paesi dell’eurozona se si può continuare il percorso di integrazione europea o se, invece, prevarranno i movimenti populisti degli euroscettici – noi diciamo innanzitutto di andare a votare. L’esercizio del voto è il modo per partecipare alla ricostruzione, per salvare il disegno europeista, certo imperfetto al momento, contribuendo a far rinascere l’idea di Europa: da quella dei poteri finanziari e della recessione a quella della sovranità democratica, dello sviluppo e dell’occupazione.
Quello che vogliamo non è meno Europa, ma un’Europa migliore.
Carlo Costalli
Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL)