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Expo 2015, non sfasciamo la vetrina per l’Italia

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento del direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi.

Il governo ha fatto bene a invitare il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, a non lasciare la barra del comando dell’Esposizione universale a un anno dall’obiettivo della sua apertura. La magistratura faccia il suo corso, accertando le responsabilità penali, che sono sempre personali, ma chi ha la responsabilità dell’Expo non deve sollevare il piede dall’acceleratore, proprio adesso che i lavori, dopo la lunga preparazione, hanno imboccato la direttiva di arrivo e ogni ritardo avrebbe conseguenze deflagranti.

UN CATALIZZATORE DELLA RIPRESA

Expo 2015 è infatti uno dei più rilevanti catalizzatori della ripresa economica dell’Italia. Lo si è visto con il Salone del Mobile e del Design che si è svolto, sempre a Milano, poco più di un mese fa, raccogliendo un successo mondiale che ha galvanizzato i produttori italiani e ringalluzzito Milano che sembra essere la città italiana che, come al solito, sta uscendo per prima, e a beneficio del resto del paese, dall’infinito tunnel della crisi. I 600 mila visitatori del Salone del mobile infatti, al netto di qualche inevitabile disfunzione, sono stati accolti al meglio.

COME APPROFITTARE DI QUESTA VETRINA

Anche se i media italiani (e non solo quelli a stampa), tutti concentrati sui due chilometri quadrati centrali della città di Roma, non sono stati in grado di esprimerne la forza, Expo 2015 ha, sin d’ora, calamitato le speranze, gli sforzi e l’attenzione di tutte le province italiane. Dovunque, gli enti pubblici, le organizzazione dei produttori e i singoli imprenditori si stanno domandando cosa fare per approfittare di questa straordinaria vetrina sulla quale si affacceranno milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

UN RAZZO PER L’ITALIA, NON PER MILANO

Di questa platea fanno parte anche il milione e mezzo di acquirenti che, in un solo anno, hanno visitato, acquistato e degustato i prodotti gastronomici italiani nella sede di Eataly di Farinetti, a New York. Expo 2015 è una vetrina che parla di food. E oggi il food italiano, in tutte le sue declinazioni, viene sempre più apprezzato (oltre che cannibalizzato) in tutto il mondo. Gli altri produrranno chips e smartphone (anche se questi sono sempre meno europei), noi produciamo vino, pasta, salumi, formaggi, frutta. Sinora, i nostri produttori hanno fatti miracoli, in questo settore. Con risultati impressionanti. Con Expo potranno fare ancora di più. Expo è un razzo per l’Italia, non per Milano.

Leggi il commento su Italia Oggi

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