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Giappone-Usa, un rapporto alla prova del TPP

La visita di Obama in Giappone ha segnato un forte avvicinamento sulle questioni militari e di sicurezza, più che su quelle economiche e commerciali, dove ancora Tokyo mantiene un profilo protezionista in alcuni settori.

TOKYO TRA MOSCA E PECHINO
Il presidente Usa ha indicato la volontà di estendere il trattato militare bilaterale, che risale al 1960, anche alla difesa delle Isole Shenkoku minacciate dalle rivendicazioni cinesi nel Mar Cinese meridionale. Oltre alla conferma di buoni rapporti storici sul piano della sicurezza, che risalgono al 1960 e che sono stati confermati dai vari governi nipponici, l’incontro si è segnalato per la dura presa di posizione congiunta contro la Russia. Un passo che potrebbe costare qualcosa in termini di business per le imprese giapponesi e per l’esecutivo Abe che punta a buone relazioni con Mosca, come nota il Wall Street Journal.

IL CONGRESSO E L’ALLEANZA USA-GIAPPONE
In questo contesto si è tenuto lo scorso 30 aprile al CSIS di Washington un incontro con i due principali responsabili del nuovo “Caucus congressuale Giappone-Usa”, un gruppo di lavoro che conta circa 70 membri e che mira a dare continuità a rapporti strategici specie considerando la turbolenza politica interna giapponese (dal 2009 si sono succeduti 5 primi ministri).
A parlare all’evento Joacquin Castro, capo dei Repubblicani del caucus, texano di San Antonio (sede di uno stabilimento Toyota) e Devin Nunes, controparte democratica della California.

UN PIVOT SPUNTATO
I due hanno confermato la convergenza bipartisan sulla linea asiatica di Obama, sottolineando il valore tanto della presa di posizione nippo-americana sulle Senkoku, quanto l’opportunità del basso profilo per ricucire i rapporti tesi tra Corea del Sud e Giappone.
Nunes tuttavia ha sottolineato la mancanza di un risultato economico tangibile della visita di Obama, quale poteva essere l’annuncio di un accordo sulla Transpacific Partnership (TPP). Il punto è l’assenza di un’Autorità per la promozione degli scambi (Trade promotion authority), bloccata dal Senato. Le ragioni sono varie, riconducibili comunque ad una corrente “anti-federalista” di destra, che contende l’accentramento dei poteri internazionali nella figura del Presidente, mentre l’Autorità darebbe a quest’ultimo una posizione prioritaria.

SFUMATURE SUL TPP
Si possono interpretare le sfumature emerse al CSIS in questo modo: mentre Nunes interpreta il “globalismo della West Coast”, dove gli accordi legali internazionali servono un’architettura multilaterale in cui Cina e Giappone hanno la stessa importanza, il repubblicano Castro sottolinea la priorità di un’alleanza nippo-americana fondata su considerazioni militari e che, al limite, sopravviverebbe anche nel malaugurato caso che il TPP fallisse.


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