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Il Leviatano di Francoforte

Appartenendo alla mitologia, il Leviatano abita nell’immaginario perciò tutti ne hanno sentito parlare pure se ne ignorano fisionomia, che arguiscono spaventosa, e poteri.

Anche perciò non è esagerato evocare il mostro biblico, divenuto poi eponimo della filosofia politica assolutistica, riferendosi alla nostra beneamata Banca centrale europea, di cui tutti hanno sentito parlare, anche se non abita nell’immaginario ma nella prosaica realtà, pur ignorandone fisionomia, che non si immagina spaventosa, e poteri.

Tanto meno si immagina cosa stia diventando la Bce, ormai che è stato suggellatto il nuovo patto sul credito nell’eurozona che è comunemente conosciuto come Unione Bancaria.

Per fortuna sua maestà ce lo ricorda, molto graziosamente. Anche se non sarà certo una novità che quelli che hanno avuto la ventura di interessarsi di questa roba per tempo.

L’occasione per riepilogare ce la offre l’ultimo aggiornamento sull’integrazione finanziaria nell’eurozona pubblicata pochi giorni addietro dalla Bce. Nelle oltre 160 pagine di analisi e dati, spicca l’attenzione riservata al processo di Unione bancaria, non a torto considerata come uno dei punti qualificanti del processo di integrazione finanziaria finora focalizzato sulla moneta legale.

Chi ha seguito le sofferte cronache che hanno condotto all’approvazione presso il parlamento europeo della disciplina sa già che con la costituzione del meccanismo di risoluzione (SRM) e del fondo di risoluzione si completa il trittico normativo che sostanzia il processo di unificazione bancaria dell’eurozona. Inutile perdersi nei dettagli. Quello che vale la pena rilevare è come la Bce li abbia interpretati.

All’uopo ci giova una breve sintesi contenuta nel rapporto, che ci dice tutto quello che bisogna sapere.

“La Bce – dice il rapporto – ha messo in evidenza l’importanza di tenere distinti il ruolo e la responsabilità dell’autorità di supervisione (SSM) da quella di risoluzione (SRM). Questo ovviamente non preclude né impedisce una effettiva cooperazione fra le due autorità. In questo nuovo ruolo di supervisore la Bce coopererà strettamente con il board dell’SRM come previsto negli accordi”.

Cosa prevedono questi accordi?

Primo: “Cosiderando che il supervisore (la Bce, ndr) ha la responsabilità esclusiva per le misura di intervento preliminare, è molto importante che le due autorità (SSM e SRM, ndr) comunichino molto da vicino assicurando che il piano di recovery e di risoluzione, e le azioni che ne risulteranno, siano fra loro compatibili”;

Secondo: “L’attività regolare di reporting e ispezione sui siti (bancari, ndr) saranno in via prioritaria condotti dal supervisore. Tuttavia sarà importante condividere le informazioni necessarie con le autorità di risoluzione, anche per evitare non volute e non coordinate attività investigative che potrebbero impattare negativamente sulla fiducia dei mercati e la stabilità finanziaria”;

Terzo: “I compiti importanti di scrivere i piani di risoluzione e individuare il livello minimo di bail in sono assegnati al board di risoluzione (SRB) in consultazione con tutte le autorità, compresa la Bce”. Ma attenzione: “Migliorare la solvibilità delle banche, pur mantenendo i servizi finanziari critici per l’economia, costituisce una parte fondamentale del processo di vigilanza. Questo implica un suo forte coinvolgimento nella redazione dei piani di risoluzione. E’ chiaro che la Bce dovrà lavorare a stretto contatto con il SRB su tutte queste questioni”.

Dulcis in fundo, come insegnano i proverbi: “Il regolamento assegna un ruolo importante alla Bce per decidere se una banca sta “fallendo o rischia di fallire” . La Bce dovrà determinare questa condizione preliminare prima che sia possibile avviare un processo di risoluzione, previa consultazione del SRB. Il SRB può anche fare questa determinazione, ma deve prima informare la Bce della sua intenzione e consentirle tre giorni di calendario per fare la propria valutazione. In questo contesto, la Bce fornirà al SRB ogni informazione utile senza indugio allo scopo di allineare la sua analisi e fare una valutazione finale informata”.

Ora non serve particolare finezza d’analisi per capire chi abbia davvero il boccino in mano, nel complesso processo di unificazione bancaria. Era facile capirlo, ma vederlo scritto fa tutto un altro effetto.

Il nostro Leviatano quindi, entità che nella mitologia religiosa rappresenta insieme il caos primordiale (il mercato) sottoposto però alla parola ordinatoria delle divinità (la Bce), sembra abbia trovato casa a Francoforte.

Qui il Leviatano, stavolta nella concezione hobbesiana del termine, potrà decidere con sostanziale potestà assoluta sui destini bancari dell’eurozona, esattamente come fa da un decennio con quelli monetari. E poiché, come è stato più volte detto, l’unione bancaria è la prosecuzione di quella monetaria, tutto si tiene. E si tiene perfettamente anche con il processo di unificazione del settlement che vede il sistema Target 2 S dell’eurosistema, gestito sempre dalla Bce, grande protagonista.

Possiamo pure uscire dall’euro.

Ma come si fa ad uscire dalla Bce?

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