Un nuovo mondo è possibile perchè quella rivoluzione culturale necessaria, indispensabile per rigenerare anzi, per costruire e fare la sinistra è già iniziata e marcia sulle solide gambe dell’uguaglianza e della libertà da coniugare insieme e della diversità.
Ilaria Bonaccorsi, storica mediovista, già direttore responsabile ed editoriale del settimanale Left e candidata civatiana al Parlamento europeo nella lista del Pd per il Centro-Italia, ha così concluso, tra gli applausi della platea, un vivace, interessante dibattito al Salone del Libro di Torino dove è stato presentato il saggio di Elisabetta Amalfitano, ‘Le gambe della sinistra’ per la casa editrice ‘L’Asino d’oro’.
Cos’é o cosa dovrebbe essere la sinistra del XXI°, quale é la sua identità: questo il tema clou del confronto a più voci che, ferma restando la distinzione tra destra e sinistra spiegata bene nel 1994 dall’azionista e socialista Norberto Bobbio in un celebre pamphlet e tuttora valida basata sulle due parole uguaglianza e libertà, ha riproposto la brillante idea dell’azionista e socialista Riccardo Lombardi datata 1967 di una società più ricca perché diversamente ricca, in alternativa alla società consumistica e per nulla attenta alle persone umane, considerate al pari di qualsiasi prodotto e merce, disegnata dal capitalismo. Dunque, tornano alla ribalta due grandi protagonisti di quell’originale, eretico, laico, filone della sinistra non ortodossa e fideistica, non marxista e non comunista né catto-comunista togliattiana e berlingueriana: non a caso entrambi azionisti poi socialisti, accumunati, intellettualmente, dall’essere e praticare l’acomunismo, nè filo né anticomunisti, e anche nel ritenere valide alcune delle intuizioni di Carlo Marx come l’alienazione religiosa, ma senza essere marxisti.
Il libro della Amalfitano si avvale dei qualificati contributi dell’antropologa Amalia Signorelli, del filologo Luciano Canfora, della costituzionalista Lorenza Carlassare, della teorica della politica Nadia Urbinati, dell’economista Ernesto Longobardi e dello psichiatra Massimo Fagioli l’autore originalissimo della teoria della nascita per cui tuttigli esseri umani, uomini e donne, sono uguali per la nascita ma diversi per il pensiero.
La rivoluzione culturale necessaria, indispensabile per rigenerare, anzi per costruire e fare la sinistra del XXI° ha nel pensiero nuovo di Fagioli sulla realtà umana il suo insostituibile punto di riferimento. L’occasione giusta per la Bonaccorsi perché in perfetta armonia con la sua storia e quella del settimanale Left di cui è stata direttore: se le prime tre lettere rimandano alle parole della Rivoluzione francese, libertà, uguaglianza, fraternità, la quarta, la t, parla di trasformazione che non riguarda più il mondo come aveva teorizzato a suo tempo Marx, ma gli esseri umani, come teorizza Fagioli. La sfida culturale e politica delle prossime elezioni europee è questa e di essa la Bonaccorsi, una brillante e colta donna, è la protagonista in un contesto culturale e politico asfittico e privo di idee e di immaginazione.