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Ior, Bertone e Bernabei, che cosa è successo nelle casse del Vaticano

Non c’è alcuna inchiesta penale della Santa Sede. E’ quello che ha detto ieri sera padre Federico Lombardi dopo l’articolo del quotidiano tedesco Bild Zeitung che ha dato notizia di un’indagine interna degli organi vaticani su una complessa operazione finanziaria dello Ior con la società Lux, che produce tra l’altra la serie tv Don Matteo.

Qui i dettagli dell’articolo con la precisazione/smentita dell’ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

(IOR, I MAGISTRATI HANNO ELOGIATO GOTTI TEDESCHI E BACCHETTATO BERTONE)

L’ECO SUI GIORNALI

La vicenda però ha avuto una vasta eco anche sui quotidiani italiani, in particolare sul Corriere della Sera, mentre Repubblica dandone conto si è concentrata dando rilievo particolare nel pezzo di Paolo Rodari alla versione rassicurante di Bertone. Vediamo di capirne di più.

LA TOSTA CRONACA DEL CORRIERE

Ecco quello che scrive il Corriere della Sera in un articolo di Fiorenza Sarzanini: “C’è un buco da 15 milioni di euro nei conti dello Ior. Soldi che sarebbero stati utilizzati dal cardinale Tarcisio Bertone, quando era segretario di Stato vaticano, per finanziare un affare del suo amico Ettore Bernabei, giornalista e produttore televisivo presidente della «Lux Vide». Per questo l’alto prelato è accusato di malversazione”.

L’INDAGINE AIF

L’operazione, effettuata attraverso società e conti correnti esteri, riguarda proprio l’acquisto di quote della Lux ed è stata ricostruita dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana. L’indagine si intreccia con quella avviata dalla Procura di Roma sulla gestione dei depositi dell’Istituto delle Opere Religiose e si concentra su quanto accaduto nel dicembre 2012.

(IOR, I MAGISTRATI HANNO ELOGIATO GOTTI TEDESCHI E BACCHETTATO BERTONE)

LA RICOSTRUZIONE DEL CORRIERE

Il costo per l’Istituto per le opere di religione della sola «operazione Lux Vide» nata nei giorni immediatamente antecedenti le dimissioni di papa Benedetto XVI è dunque di quindici milioni. Ecco come la ricostruisce oggi Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera: “Operazione compiuta perché il 31 gennaio 2013 doveva giungere a scadenza un prestito in obbligazioni convertibili sottoscritto a favore della Lux Vide di Ettore Bernabei da Intesa Sanpaolo il 18 novembre 2009. E pari (ha ricostruito Panorama ) a 8.469.743,61 euro, costituto da 16.500.572 obbligazioni nominali al tasso annuo di interesse del 4,5 per cento. La Lux Vide, società di produzione da sempre vicina al Vaticano ottenne alla fine del 2012 che lo Ior subentrasse a Intesa.
Secondo quanto confermato ieri al Corriere , la sottoscrizione da parte dello Ior non sarebbe passata formalmente attraverso gli organismi collegiali di vigilanza e controllo dell’Istituto neppure quando il 15 febbraio successivo è stato nominato il nuovo presidente von Freyberg. Ma il «subentro» dello Ior a favore di Lux Vide si è risolto in un danno per l’Istituto, secondo l’analisi delle sofferenze svolta dalla società Promontory nel corso del 2013. Tanto che il Consiglio d’amministrazione e la stessa Commissione cardinalizia di controllo (allora ancora presieduta da Tarcisio Bertone) il 4 dicembre 2013, hanno deciso di chiudere l’operazione, stabilendo di disdire l’accordo e trasferendo le obbligazioni, convertite in azioni, a una fondazione vicina alla Santa Sede, azzerando perciò il valore delle partecipazioni
”.

I SOCI DI LUX VIDE

La Lux Vide – scrive Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera – è una società quotata almeno 80 milioni di euro, ritenuta strategica da chi si occupa di tv, visto che ogni anno viene finanziata dalla Rai con oltre 30 milioni di euro per la produzione di fiction. “La proprietà è di vari soci tra i quali figurano la «Rml comunicazione» della famiglia Bernabei, la «Prima Tv» dell’imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar, Intesa Sanpaolo, la «Impresat» che fa capo alla Cei e la «Ricerche e Consulenze Az» del banchiere Pellegrino Capaldo”, spiega il Corriere della Sera.

LA NOTA DI BERTONE

Ieri, dopo il lancio della notizia del suo coinvolgimento da parte del giornale tedesco Bild, Bertone ha emesso una nota per assicurare come «la convenzione dello Ior con la società Lux Vide è stata discussa e approvata dalla commissione cardinalizia di vigilanza e dal consiglio di sovrintendenza nella riunione del 4 dicembre 2013, come dimostra il verbale relativo» e padre Lombardi esclude che si tratti di «un’azione penale».

IL RUOLO DI GOTTI TEDESCHI

Ecco quello che ha ricostruito Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera: “In realtà il retroscena di quanto accaduto lo hanno svelato proprio le indagini della Procura di Roma, affidate al Nucleo Valutario guidato dal generale Giuseppe Bottillo, sul ruolo dell’ex presidente Ettore Gotti Tedeschi. Le intercettazioni e le mail sequestrate avevano fatto emergere la volontà dell’allora direttore di Rai Vaticano Marco Simeon di far comprare allo Ior il 25 per cento della Lux Vide per 20 milioni. In una mail spedita a Gotti scriveva: «Credo fermamente nel progetto Lux Vide (…). Ho incontrato il presidente Geronzi col quale ho analizzato alcune strategie che qui ti trasmetto, affinché tu possa rivolgerle al cardinale (Bertone, ndr )…». Lo scambio di lettere va avanti per giorni e alla fine Gotti manifesta la propria contrarietà proprio nel memoriale spedito a Bertone: «Il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato, il valore sarebbe molto più basso»”. 

IL BILANCIO IOR

Il bilancio dello Ior per il 2013 deve essere ancora certificato da Deloitte, e non è stato ancora pubblicato, scrive oggi Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera. “Ma sicuramente – aggiunge la Calabrò – la «perdita Lux Vide» (che è emersa anche dall’ispezione on site dell’Aif diretta da Rene Bruhelart ed eseguita dalla società EY) inciderà pesantemente sui conti dello scorso anno della cosiddetta Banca vaticana. E il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente visto che altre operazioni di questo genere sono venute alla luce durante la stessa ispezione”.

(IOR, I MAGISTRATI HANNO ELOGIATO GOTTI TEDESCHI E BACCHETTATO BERTONE)

COME HA INCISO LA LUX SULLO IOR

La storia della Lux Vide ha inciso fortemente sulla governance dello Iorm specifica il Corriere della Sera: “Erano quelli i giorni della prima riunione del G8 dei cardinali e segnò lo slittamento di ogni trattazione del caso Ior (annunciato pubblicamente dal cardinale Maradiaga). Il 15 dicembre 2013 papa Francesco ricevette in udienza il presidente onorario di Lux Vide Ettore Bernabei e suo figlio Luca. Il 5 gennaio 2014 il Corriere rivelò che il Pontefice aveva appena deciso di sostituire Bertone alla guida della Commissione cardinalizia con il cardinale Abril y Castellò. Dieci giorni dopo Francesco ha rinnovato per i quattro quinti la Commissione cardinalizia”.

LE ACCORATE PAROLE DI BERTONE A REPUBBLICA

Ha scritto oggi Paolo Rodari, vaticanista del quotidiano Repubblica: “Bertone, che il prossimo 2 dicembre compirà 80 anni, si è ieri difeso pubblicamente spiegando che «non c’è nessun problema riguardo a questa operazione effettuata con tutta regolarità» e approvata dagli organi preposti, in particolare dal «consiglio di sovrintendenza dello Ior il 4 dicembre 2013», quando cioè lo stesso Bertone era ancora a capo della commissione cardinalizia di vigilanza dell’istituto. Bertone ha detto poi di «non capire il perché di questi attacchi della stampa» da parte della quale «c’è molta invenzione». E ancora: «Sono più citato di altri cardinali ma non ne so il motivo». Bertone ha anche detto di essere in assoluta «sintonia» con papa Bergoglio. «A parte i sette mesi nei quali sono stato al suo fianco come segretario di Stato io continuo a lavorare: domani ho una riunione con la Congregazione dei Vescovi, stamattina ne ho avuta una con quella del Culto divino. Mantengo sei incarichi, questo è la prova che sono in sintonia con Papa Francesco, godo di tutta la sua stima». Del resto, fa sapere il porporato, «con il Papa ci siamo visti, mi anche salutato sull’altare della Confessione con un sorriso speciale e mi vuole bene»”.

Di sicuro la saga Ior-Bertone non finisce qui.



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