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Istat, perché i consumatori sono più speranzosi

istat, disoccupazione, crescita

La fiducia dei consumatori è salita ancora a sorpresa a maggio, a 106,3 da 105,5 (rivisto al rialzo di un decimo) di aprile. Si tratta di un nuovo massimo da gennaio del 2010.

L’INDAGINE

Il dettaglio dell’indagine mostra più ottimismo in merito sia al clima economico generale (ai massimi da oltre 7 anni) che alla situazione personale degli intervistati (ai massimi da quasi 3 anni); l’unico segnale negativo viene dal calo delle aspettative per il futuro (ma si tratta di una parziale correzione dopo l’impennata dei mesi scorsi che aveva portato l’indice a un record da quasi 12 anni), mentre continua a migliorare la percezione del clima corrente (anch’esso ai massimi da quasi 3 anni). Ciò per quanto riguarda in particolare la situazione
economica dell’Italia, mentre restano circa stabili giudizi e attese sulla situazione economica della singola famiglia. Da notare che tornano a calare le aspettative sulla disoccupazione, che giungono a toccare un minimo da quasi sei anni. Infine, si nota un (sia pur moderato) miglioramento dei giudizi sul bilancio famigliare e sulle opportunità attuali e future di risparmio, nonché sulle opportunità di acquisto di beni durevoli.

L’ANDAMENTO DELL’INFLAZIONE

A sostenere il morale dei consumatori anche i giudizi sull’andamento dell’inflazione, che tornano in negativo (a -4 da +3 di aprile); restano in territorio ampiamente negativo anche le attese per i successivi 12 mesi. Era dal 2009 che le famiglie non vedevano un calo dei prezzi al consumo sia per quanto riguarda l’andamento nell’ultimo anno che le attese per i 12 mesi successivi.
Da notare che a livello territoriale il clima di fiducia aumenta ovunque tranne che nel Mezzogiorno.

IN SINTESI

Il trend di ripresa della fiducia dei consumatori visto nell’ultimo anno, sebbene in parte viziato dai cambiamenti nella metodologia di rilevazione dei dati intervenuti lo scorso giugno, è significativo. Per ora, tale miglioramento non si è tradotto nei dati reali sui consumi di contabilità nazionale (ultimo dato disponibile: -0,1% t/t nel 4° trimestre 2013) e sulle vendite al dettaglio (ultimo dato di marzo: -3,5% a/a). Tuttavia, un effetto potrebbe aversi da oggi, giorno in cui (nel settore privato, nella pubblica amministrazione è già avvenuto) una quota rilevante di famiglie vedrà l’effetto in busta-paga dello sgravio Irpef promesso dal
governo.


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