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LA MOSSA: una coalizione di Governo per dare al Paese un’intera legislatura riformatrice

Le elezioni europee hanno consegnato alla cronaca un Paese diverso, rinnovato, culturalmente e politicamente più libero. Con le elezioni di domenica tanti argini “ideologici” si sono frantumati e interessanti varchi di “promiscuità” politica si sono aperti.

Niente è più come prima: né un centrodestra ferito a morte, né il centrosinistra che, da stra-vincitore, dovrà attrezzarsi per affrontare una fase completamente inedita; quella della centralità del nuovo partito di Renzi (che trascende il PD e la cultura di centrosinistra) in uno scenario di “rifondazione” del Paese.

Impegno ciclopico anche per un boy scout “scavezzacollo”, ambizioso e abile come l’ex sindaco della città di Dante.

Ma l’appetito, si sa, vien mangiando e le sorprese potrebbero arrivare da una mossa a sorpresa del Premier: la proposizione di una coalizione di Governo. Un’alleanza in nome delle riforme che aggreghi, attorno al volano “new PD” (che, come anticipato dal neo sindaco Nardella, dovrebbe ben presto rinnovarsi anche nel nome), un polo riformista capitanato da un NCD che, a sua vota, potrebbe nutare nome e progetto.

Le premesse ci sono tutte: la forza elettorale del Segretario e Presidente del Consiglio (che gli permette di disporre a piacimento della poderosa struttura organizzativa dell’ex partito di Bersani, D’Alema e Bindi), la debolezza – sopratutto ideale – del centrodestra, l’indisponibilità dei grillini.

E anche i tempi lo consentirebbero: Renzi incassa il “bonus IRPEF”, incardina la riforma della burocrazia, approva l’Italicum e va ad elezioni nella prossima primavera assieme alle regionali chiedendo la fiducia per portare in porto l’opera riformatrice iniziata dalla stessa “coalizione di Governo”.

Le dichiarazioni ufficiali vanno in tutt’altra direzione ma…#italiastaiserena!

 



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