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Le 3 ragioni perché la ripresa dell’industria è asfittica

produzione industriale

Nonostante il chiaro miglioramento di molti indicatori congiunturali, i dati sul Pil e quelli relativi all’andamento della produzione industriale a inizio 2014 hanno continuato a deludere. Dalla seconda metà del 2013 l’economia ha superato la recessione, ma entrando al più in una fase di stagnazione senza grandi spunti di crescita.

PUNTO DI VISTA SETTORIALE

Guardando ai dati disaggregati dal punto di vista settoriale, l’impressione è che l’inversione del ciclo si caratterizzi più per una riduzione del numero di settori in forte caduta che per un aumento di settori in sostenuta crescita. A frenare il recupero ciclico potrebbe essere in questa fase una gestione accorta dei magazzini da parte delle imprese, che limita l’accelerazione della domanda di prodotti intermedi, e la persistente debolezza dell’edilizia, che si riversa su tutti i settori dell’indotto. L’export è in crescita, ma a tassi inferiori ad altre riprese del passato, e i primi scricchiolii derivanti dalla crisi dei paesi emergenti iniziano a palesarsi dai dati sui conti con l’estero. Nonostante la delusione degli ultimi dati, riteniamo che nei prossimi mesi il quadro dovrebbe migliorare, ma il potenziale di crescita della nostra industria appare ancora limitato.

CHI RECUPERA

Per ora i dati settoriali evidenziano un recupero più sostenuto nei settori dell’industria della carta, in alcuni comparti dell’industria alimentare, nella farmaceutica; segnali di crescita si riscontrano nei settori dell’industria della lavorazione dei metalli; in ripresa anche la produzione nell’industria dell’auto e in quella del vetro piano che ne è un indotto, in linea con i primi segnali di recupero della domanda di autovetture. I segnali di ripresa non sono però evidenti in altri comparti dei durevoli. Le variazioni negative si osservano soprattutto in alcuni settori della filiera del tessile abbigliamento e ancora in molti settori che forniscono materiali all’edilizia.

PERCHÉ NON SI INNESCA LA RIPRESA

In generale, si può segnalare come le difficoltà ad innescare una ripresa più rapida possano essere ricondotte alla mancanza di segnali di inversione di tendenza nella filiera delle costruzioni e nel fatto che il recupero appare circoscritto solo ad alcuni esportatori oltre all’auto. Possibile che in questa fase la domanda interna di auto possa rafforzarsi anche per il semplice affetto dell’obsolescenza del parco auto esistente dopo anni di bassi acquisti, ma andando in parte a spiazzare altre forte di consumo. Peraltro, lo stesso recupero ell’export procede con qualche affanno, e la dinamica verso diverse aree extra-Ue nel primo trimestre ha iniziato ad evidenziare andamenti meno favorevoli, in particolare verso quelle economie che hanno svalutato, come Russia, India e Giappone.

IMPRESE E ATTIVITÀ PRODUTTIVA

In conclusione, i dati mostrano come il miglioramento delle aspettative delle imprese per ora non si accosti ad una vera e propria ripresa dell’attività produttiva. In parte questo tipo di divergenza potrebbe ricomporsi nei prossimi mesi, con un aumento dei settori in crescita e l’inizio di una fase di aumento dei livelli produttivi. E’ però anche vero che forse dobbiamo abituarci, almeno per qualche tempo, a leggere gli indicatori delle aspettative con una maggiore cautela rispetto al passato. Probabilmente questa prima fase della ripresa della nostra economia risentirà ancora di elementi di freno ereditati dall’ultima recessione, in termini di diffi coltà fi nanziarie, di mancato rinnovo del parco macchine, di mancato ingresso di nuovi lavoratori giovani nel circuito produttivo, e che incidono sul nostro potenziale produttivo nel breve periodo.

Probabilmente solo una fase di crescita che si protrae per qualche anno potrà innalzare tale potenziale, e riportarci su ritmi di crescita soddisfacenti.


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