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Lettera aperta a Carlo Sibilia del M5S

Caro Carlo,

siamo sui lati opposti del fronte. Sono del PD e naturalmente sono molto felice dell’esito di queste votazioni, sia per il nostro 40% sia per il vostro 20%. Diciamo che siete stati asfaltati.

Non possiamo però notare, entrambi, il dato allarmante dell’astensione. Come PD abbiamo recuperato milioni di voti, sopratutto tra quelli che già erano attivi e per lo più sono flussi dai partiti minori alleati. Voi avete perso milioni di voti rispetto alle politiche del 2013, ma cosa assai più grave per un movimento come il vostro, che aveva lo scopo di convincere i disaffezionati e i delusi, è stato il non aver convinto nessun nuovo elettore. Anzi, l’astensione è aumentata e anche per (de)merito vostro.

Tu scrivi in facebook: “fateci sapere i motivi del fallimento”. Mi permetto di risponderti da questo spazio dandoti alcune mie impressioni che sarai libero di leggere o di cestinare.

Ho seguito il M5S fin dalla nascita, difficile a credersi, ma ero nel 2007 al Vaffa-Day ed ero alla presentazione del candidato Calise con Grillo a Milano, ai tempi di Pisapia.  Fin dal primo momento non mi hanno convinto. Ho poi sostenuto Pisapia con decisione e abbiamo vinto anche lì. Gli italiani sono affascinati da quello che grida di più, siamo un popolo per lo più di pancia che ama il grande show e si lascia influenzare da questo o quel leader carismatico, vedi Umberto Bossi, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo stesso e poi Matteo Renzi. Leader capaci e onesti, ma non rumorosi o troppo carismatici, che possono aver sbagliato certamente, ma che hanno fatto molte cose concrete come Romano Prodi, non hanno lo stesso appeal.

Però i tempi cambiano e a fronte di una crisi economica devastante, coni dati sulla disoccupazione giovanile in perenne peggioramento, i dati sulla produzione e scambio di merci in caduta e via dicendo, le persone si aspettano anche cose concrete. Esigono che la loro vita migliori e si aspettano che chi “comanda” e “decide” si adoperi in questo senso.

Non ho condiviso i toni della vostra campagna, e specie non condivido in assoluto Grillo e la sua retorica che non è solo populista e semplicista, ma è anche offensiva per l’intelligenza di molti italiani. Molti che conosco hanno votato PD malgrado avessero votato voi nel 2013. Come li ho convinti? Ho parlato con loro dei programmi dei candidati che sostenevo, ho parlato con loro di cosa ci aspetta nel futuro e dell’Europa che vogliamo costruire, e alla fine hanno votato per questi candidati e non per voi.

Quando vi siete presi gioco di Bersani avete realizzato la vostra auto-esclusione da tutto. E molti dei cittadini e delle cittadine hanno visto in voi una “incapacità” di essere “politici”. Quando ci accusate di essere tutti uguali commettete un errore enorme, anche contro i vostri stessi interessi, perché dentro al PD siamo in tanti a voler che le cose possano cambiare e siamo onesti. Ho dedicato in Germania (dove vivo) mesi del mio tempo per la campagna elettorale della SPD e del PD e non ho mai preso un centesimo. Non mi piace che mi si dia del ladro e del corrotto, quando ho fatto, esattamente come voi, del mio meglio per sostenere dei candidati in cui ho creduto. Ho rispetto per il lavoro che molti attivisti hanno svolto anche per il M5S, perché siamo tutti impegnati attivamente in una politica concreta. Abbiamo tutti ideali e aspettative e doniamo il nostro tempo e le nostre risorse per questo scopo. Non è corretto sminuire il lavoro degli altri e l’impegno degli altri, come avete fatto voi.

Il mondo è più complicato di quel che sembra, e un comico fa bene il proprio lavoro quando fa ridere, ma la politica è una cosa seria. Ti avevo scritto già molto tempo fa, perché un tuo intervento alla camera mi era molto piaciuto, peccato che poi tu e Di Battista vi siate lasciati prendere da quella che io definisco, con molta ironia, una “esplosione di testosterone“.

Molte cose dell’azione di Renzi e del PD non mi convincono e faccio di tutto, nei limiti del possibile per uno che non vale niente in questo partito, di dire: “alt, questo non va, cerchiamo di migliorare questo o quello“. Non importa fare guerra pubblica ai leader scelti con le primarie, dobbiamo essere pragmatici e farlo nei luoghi adatti, e nei momenti giusti. Questa è la democrazia, questo è il sistema con le regole che ci siamo dati e che abbiamo deciso di accettare.

Il vostro programma per le europee era davvero pessimo. Peggio della lista della spesa e peggio di un qualsiasi documento di un’assemblea studentesca. Sette punti di cui due in forte contraddizione, nessuna vera spiegazione di come agire su temi urgenti e complessi che vanno dall’economia al lavoro, dalle relazioni internazionali agli assetti istituzionali sovranazionali. Per non parlare delle alleanze in Europa. Salvo poi vedere Grillo, da solo, che non consulta il popolo online, volare a Bruxelles per decidere di sua iniziativa, di allearsi con Farage o la Le Pen. Se questa è coerenza e affidabilità…

Il M5S ha raccolto la rabbia di molti cittadini e di molte cittadine, ma come politici avreste dovuto tradurre questa energia negativa in forza propositiva. L’accordo con il PD e con SEL avrebbe significato rivoluzionare l’Italia già 1 anno fa. Il voto che non avete dato a Prodi è stato un altro tradimento della volontà del vostro “popolo” online, che aveva indicato proprio Prodi tra i candidabili. Va da sé che è scottante la bocciatura che proprio i famosi 101 del PD hanno dato a Prodi stesso. Una ferita profonda con cui noi dovremmo fare i conti, così come con tante altre cose.

Voi propagandate il vostro movimento come quello degli onesti. Peccato che il vostro “essere onesti” sia diventato “essere puri” e poi una guerra tra “più puri” che ha prodotto solo un ulteriore deterioramento dei rapporti con il mondo reale. Pietro Nenni diceva “a fare a gara a chi è più puro, trovi qualcuno più puro di te che ti epura“. Non siamo nel 1789 e non ci sono né una Maria Antonietta né dei Robespierre da decapitare.

L’onestà è una condizione fondamentale, ma non è sufficiente se non ci sono anche umiltà e competenza. Dopo un anno di azione politica avete fatto poco nel concreto, o poco che si possa ricordare e vedere. Restano impresse nell’immaginario collettivo le barricate in Parlamento con cartelloni, manette e tanto rumore come il campeggio sui tetti. Insomma, niente di entusiasmante. Voi lassù, mentre le decisioni venivano prese in Aula dove avreste dovuto essere.

E non fate l’errore della sinistra italiana degli ultimi 20 anni di incolpare i cittadini di non saper scegliere o le televisioni di aver disinformato. La situazione è questa e non cambierà, ma voi potete cambiare. La mia professoressa di psicologia del liceo era solita ricordarci che “furbizia non è intelligenza” e che “ l’intelligenza è adattamento”.

Adattarsi non vuol dire lasciarsi corrompere. Adattarsi vuol dire che siete in grado di riconoscere anche in una parte di noi (della sponda avversaria) degli interlocutori capaci di cooperare con voi su temi che sono di interesse comune. Mi auguro che vogliate aprirvi di più al centro sinistra. Riconoscete quelli con cui è possibile dialogare e fatelo, parlatevi. Ci sono riforme da fare che sono fondamentali, i numeri in Parlamento contano e se non fate sentire il vostro peso la vostra azione sarà inutile. E sentire il peso non vuol dire: “dire sempre no”. Significa soprattutto mediare e provare a fare proposte condivisibili, essere opposizione dura certo, ma anche cercare il merito del contendere e non fare a gara a pubblicare in facebook o twitter le foto di questo o quel deputato che dopo 5 ore di discussione si legge una pagina di giornale sull’Ipad (tra l’altro Di Battista si guardava la partita…) o di quello che è accasciato dormendo, chissà per quale motivo.

Il futuro non è di questa o quella parte politica. Le scelte che sono da fare ci riguardano tutti e sarebbe opportuno, e bello, che ne faceste parte ma con il rispetto che si deve a chi, e ce ne sono molti, lavora e si impegna onestamente per migliorare le cose.

Con cordiali saluti nelle reciproche differenze e distanze.

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