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Napoli-Fiorentina, la partita della vergogna

Questo articolo è stato pubblicato da L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi

Ma per quale ragione al mondo i poliziotti devono rischiare la vita, ogni fine settimana, per separare presunte “tifoserie” in perenne guerriglia tra loro? In base a quale esigenza civica uno Stato deve impiegare centinaia di agenti e investire una montagna di denaro pubblico per “blindare” il quartiere adiacente a uno stadio, perché in arrivo non c’è la festa di una partita di calcio, bensì lo scontro armato fra teppisti opposti, ma tutti indegni dello sport?

TRISTI INTERROGATIVI

Quali e quanti altri colpi di bastone e perfino di pistola bisognerà ancora tollerare, prima che i legislatori, le forze dell’ordine, le società-proprietarie delle squadre e tutti i nostri beniamini della domenica si decidano a decidere che devono andare in galera, e non in curva, quanti inneggiano alla violenza e la praticano senza pudore?

LE FALSITA’ SPUDORATE SULLO SPORT

Non importa chi ha cominciato e perché. Conta che gli scontri di ieri a Roma, alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, siano gli ultimi di una gara. Non è più accettabile un solo ferito – e feriti gravi qui se ne contano, pare, una decina -, in nome del pallone. Un pallone invocato falsamente, in realtà, perché la solita minoranza di facinorosi, purtroppo trasversale a troppe squadre, rovina la gioia della maggioranza di tifosi veri, di pacifici ragazzi, di semplici famiglie che vorrebbero andare allo stadio o “guardare la partita” – come cantava Rita Pavone già cinquant’anni fa -, perché non hanno finito di sognare.

GLI ACCORDI INCREDIBILI

Ma che c’entrano i cappucci, i bastoni, il lancio di bombe-carta di ieri e di tante altre volte con la voglia bella, innocente e popolare di gridare “gol” a squarciagola? Come si può consentire che nel giro dei tifosi più focosi s’intrufolino individui animati da ben altre intenzioni? E poi: non è incredibile che, nell’interesse della sicurezza per tutti, Marek Hamsik, il capitano del Napoli, sia stato costretto ad andare a rassicurare (lo abbiamo visto tutti in mondovisione!) un “capo della tifoseria” sulle condizioni di un ferito e tifoso? Cos’è, adesso dipendiamo dalla bontà delle curve e dei loro energumeni? E nulla cambia la circostanza che, secondo la questura, la sparatoria intorno all’Olimpico, sia dipesa da “cause occasionali” (ma quali?).

LE RACCOMANDAZIONI VIOLATE

Questa follia degli eventi, che non ha risparmiato neanche i fischi all’inno d’Italia, è avvenuta proprio all’indomani dell’appello di Francesco. Ricevendo giocatori e dirigenti delle due squadre, il Papa aveva raccomandato loro “lo sport, prima di tutto”.

Ma ieri lo sport è stato sepolto dalla vergogna, dalla delinquenza, dall’impotenza.

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