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Una nuova sinistra attorno a Civati: si comincia con la Bonaccorsi

Se c’è una possibilità di dar vita a una nuova sinistra che, a partire dai valori fondamentali di libertà, uguaglianza e giustizia sociale, su cui è nato più di cent’anni fa il socialismo delle origini, esprima una alternativa reale, possibile alla destra neoliberista e al suo interfaccia, il fantomatico centro, sta nella ricomposizione di partitini, associazioni e club, attorno all’area di minoranza interna al Partito Democratico di 1601385_10152149740192489_62948348_nPippo Civati.

“Vogliamo essere, anzi siamo un’area laica e socialista che intende immettere nel dibattito culturale e politico la distinzione netta tra destra e sinistra”, è il leit-motiv di Civati che guarda da tempo e con un interesse crescente a tutto quel che ribolle nel variegato mondo, diciamo così, a sinistra del Pd: da Sel a pezzi del M5S, dai socialisti con o senza fissa dimora agli ex-Pci.

Un mondo dove, paradossalmente, è più alta l’aspirazione e la voglia di sinistra in quanto è molto più profondo e sentito il malessere per un persistente vuoto culturale e politico: se Renzi risulta indigesto e non convince, purtroppo, non ci sono in giro alternative, se non la dispersione e la disperazione di un voto alla lista ‘L’Altra Europa’ per Tsipras o al M5S o l’astensione che è il vero spauracchio delle prossime elezioni europee di fine maggio.

“Senza di noi ora che il Pd sta nel Partito socialista europeo, ci sarebbe soltanto Renzi”, osserva con acutezza Civati che per l’appuntamento europeo ha tirato fuori dal cilindro magico una brillante storica del Medioevo che negli ultimi cinque anni è stata direttore responsabile e poi editoriale dell’originale settimanale Left: “Chiaro che se noi non ci fossimo stati, Ilaria oggi non ci sarebbe”, nota Civati.

Laica e di sinistra, la Bonaccorsi ha accettato la sfida avvertendo “non salgo sul carro dei vincenti” per cui: “il Pd non é di Renzi: noi proviamo a cambiarlo dal di dentro e se vogliamo mi candido con il Pd di Civati”.

Pronta, dunque, alla sfida, culturale e politica, con il blasonato Matteo Renzi e il suo establishment, la Bonaccorsi conta essenzialmente sulla sua formazione e soprattutto sull’esperienza unica e originale fatta con Left: un patrimonio di conoscenza di assoluto prim’ordine che di per se la pone non un gradino ma un gradone al di sopra dell’agguerrita concorrenza. E si puo’ esser certi che la Bonaccorsi se messa di fronte al rapporto di Edite Estrela per l’aborto diritto umano della donna da garantire sicuro e legale nei 28 apesi dell’Ue non avrebbe esitato a votarlo diversamente da come hanno fatto altri candidati alle europee per il Pd come Silvia Costa, Patrizia Toia, David Sassoli.

Ovvio che votare per la Bonaccorsi comporta votare Pd ma ciò non impedisce una scelta precisa sulla persona, la Bonaccorsi, e le sue qualità: Renzi, in fondo, ha tutto da guadagnare e nulla da temere dal permanere dell’attuale status quo, cioè dalla ‘non presenza’ di una solida e valida alternativa, che prima ancora che politica in senso stretto è culturale, e viceversa ha molto da temere, ora, dalla sua ‘presenza’, espressa appunto dalla Bonaccorsi che può essere la vera sorpresa delle prossime elezioni europee.

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