“Un’assemblea costituente per un nuovo Centrodestra che sia l’alternativa popolare al ‘demo-renzismo’”. Il fondatore dell’Udc e professore emerito della Sapienza Francesco D’Onofrio si inserisce nel dibattito sul futuro del polo dei moderati e sull’eventualità di una Leopolda anche in questo versante politico, lanciata su Formiche.net: “Più che a una Leopolda, penso a una sorta di ‘Brookings Istitution del Centrodestra’, un think tank che sappia rifondare il pensiero complessivo dell’area alternativa al renzismo”.
I TRE PILASTRI
Per D’Onofrio, il problema non si risolve “scimmiottando il percorso del segretario Pd con primarie o eventi simili a quello organizzato a Firenze negli anni scorsi”. Ma affrontando tre grandi questioni: “Il Centrodestra ha il dovere di presentare la propria proposta istituzionale, passando da una stagione elettorale a una costituente e tenendo conto dell’impostazione cattolico-popolare”.
Il secondo pilastro ha invece a che fare con l’Europa: “Occorre procedere con l’integrazione europea, verso forme sempre più spinte di federalismo europeo sul modello della Bce”.
La terza idea prende ispirazione direttamente da Papa Francesco: “Passare dalla globalizzazione dell’indifferenza alla globalizzazione dell’identità. Ciò presuppone stabilire quali sono i valori comuni europei su diritti di asilo e immigrazione”.
NO ALLA FEDERAZIONE
Quest’ultimo punto pone un interrogativo sulla composizione del nuovo polo. Il giurista non crede a “una federazione che tenga insieme pezzi e pezzetini esistenti. Bisogna puntare più in alto, a un nuovo partito che costituisca l’alternativa a Renzi”. Per farlo però, bisogna valutare bene quali forze siano compatibili con questo disegno: “Penso per esempio a Lega Nord e Fratelli d’Italia. Il principio di solidarietà che deve guidare il nuovo polo come si coniuga con il razzismo, un eccessivo nazionalismo, il rischio di indidualismo che caratterizzano spesso questi schieramenti?”, chiede D’Onofrio.
PRIMARIE E LEADERSHIP
Bene in linea di principio le primarie, aggiunge D’Onofrio, “ma allora prevediamole per la selezione dell’intera classe dirigente, dai consiglieri comunali a quelli regionali, dai parlamentari italiani a quelli europei. Se serve solo in una logica del dopo Berlusconi, sembra più che altro il tentativo di imporsi di chi vuole prendere il suo posto”.