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Tutti pazzi per Marina Berlusconi?

C’è il partito degli entusiasti, quello del no secco alle dinastie e quello del sì ma con le primarie. Il nuovo “ni” di Marina Berlusconi su una sua eventuale discesa in campo, “oggi no, domani chissà”, ha detto al Corriere della Sera, ha avuto il merito di scuotere una campagna elettorale piuttosto fiacca. Ma nello stesso tempo, ha scosso anche Forza Italia dal suo interno.

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CHI LA SOSTIENE
La cerchia più vicina alla famiglia non può che appoggiare l’ipotesi di una dinasty azzurra sotto il cielo di Arcore. Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi sono le fan numero uno del presidente di Fininvest e di Mondadori. E anche le donne del partito sembrano felici per una futura leadership in rosa, ma non solo loro. “Marina ha tutta la mia stima e qualora volesse scendere in campo sono sicuro che farà bene, la scelta spetta a lei”, ha commentato Giovanni Toti. È proprio quest’ultima frase a dividere. Perché secondo una fronda di Fi non spetta a lei scegliere ma al popolo del centrodestra.

CHI VUOLE LE PRIMARIE
È la linea caldeggiata da Denis Verdini che si fa scudo con la frase pronunciata dallo stesso Berlusconi a In Mezz’ora: “Il leader lo scelgono gli elettori”. Già, ma come? L’ex Cavaliere non ama le primarie, le considera uno strumento di sinistra. Ma è proprio su questo meccanismo che puntano in tanti. Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia e giovane speranza di Fi, le ha sempre auspicate. E lo stesso ha fatto sul sito di Formiche.net l’eurodeputata Lara Comi.

CHI LA OSTEGGIA
Difficile ovviamente osteggiare un passaggio di testimone benedetto dallo stesso Berlusconi. I malumori spesso restano sottotraccia. Tra i più temerari, Raffaele Fitto, secondo cui “la scelta migliore non sarebbe per eredità”. Oltre all’immancabile Renato Brunetta, che ha già chiarito l’anno scorso come la pensa sull’argomento: “”Non mi piacciono le dinastie, né quelle monarchiche né quelle democratiche. Se la dottoressa Marina Berlusconi vuole fare politica, e ne ha tutte le capacità, faccia pure. Ma non penso che sia plausibile un’investitura a carattere ereditario”.



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