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Renzi, i renziani e l’irresistibile tentazione delle urne

Rovesciare il tavolo. Matteo Renzi non è fatto per andare avanti a piccoli passi, concedendo qui e là contentini alla variegata realtà che compone la sua maggioranza. La sua idea è quella di procedere come un rullo compressore sulle riforme, a tappe forzate, come dice lui. Per questo, di fronte alla “palude” sperimentata ieri in Senato, la tentazione che ha colto più di un renziano è stata quella di mandare tutto a gambe all’aria, chiudere con le “larghe intese” e tornare alle urne.

IL CONSIGLIO DI GIACHETTI

Anche se la tendenza in questi casi è quella di restare tutti allineati e coperti, è Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera molto sensibile al tema delle riforme, a rompere il silenzio e a suggerire a Renzi la strada: “Caro @matteorenzi purtroppo sono stato facile profeta su riforme… Fidati di me andiamo a votare. #machitelofafare”. Un tweet, non a caso, prontamente segnalato dallo staff del premier a tutti i giornalisti.

LA PROVA DI FORZA

Sì, perché secondo Renzi, Giachetti ha ragione. Basta giochi, basta concessioni. La linea della flessibilità suggerita dal presidente Giorgio Napolitano è stata seguita fin troppo. Ora la strategia è un’altra. Ecco perché ieri sia il premier che il ministro Maria Elena Boschi hanno minacciato la crisi di governo sul testo del Senato. E oggi è prevista una nuova prova di forza con il voto di fiducia a Palazzo Madama sul decreto Poletti sul lavoro. O facciamo come diciamo noi o facciamo saltare il tavolo, sembra essere il nuovo mantra che arriva dai banchi del governo.

LE PAROLE DI DELRIO

E visti i tanti scogli che attendono l’esecutivo, a partire dall’esame della legge elettorale, c’è aria di elezioni ravvicinate. È lo stesso Graziano Delrio a evocarle, dicendo a Panorama: “Se alle Europee il Pd fosse al 25%” e Ncd non raggiungesse il 4%, “questa alleanza non sarebbe certamente un buon viatico per un governo che dura a lungo”.

I SONDAGGI

Del resto, la prospettiva di tornare alle urne non fa paura al segretario dei Democrat. I sondaggi danno il Pd nettamente in testa e il gradimento del premier continua a crescere. Ora tutti gli sforzi sono concentrati per le elezioni europee e comunali del 25 maggio, le prime di Renzi premier. Ma chissà che non arrivino presto anche le seconde.



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