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Senato riformato, dilettanti allo sbaraglio

Grazie all’autorizzazione dell’editore, pubblichiamo il commento del direttore di Italia Oggi, Pierluigi Magnaschi uscito sul quotidiano economico e politico di Class Editori

Chi dice che la Costituzione italiana è «la più bella del mondo» o è un ingenuo sprovveduto, oppure è uno che non si vergogna di dire fesserie. Ma, visto che cosa succede quando dei dilettanti allo sbaraglio ci mettono le mani per riformarla, viene il dubbio che convenga far finta di ritenere che la nostra Costituzione sia sul serio «la più bella del mondo». In questo modo, lasciandola stare, non la migliorano, ma anche non la peggiorano.

I RISULTATI DEL TITOLO V

Com’è successo, per esempio, con il famoso titolo V, approvato dal centrosinistra ai tempi dell’Ulivo con solo quattro voti di maggioranza, e che ha gettato lo scompiglio nell’intera struttura istituzionale, mettendo lo stato e le regioni nelle condizioni di essere l’un contro l’altro armati. Con il risultato che le iniziative sono bloccate, gli investimenti languono, l’occupazione ristagna e il paese viene privato delle infrastrutture di cui ha bisogno. Da questo titolo V ha tratto impulso solo l’attività della Corte costituzionale, costantemente invasa dal contenzioso fra stato e regioni.

LA RIFORMA DEL SENATO

Adesso si sta discutendo la riforma costituzionale del senato. Siccome il senato è stato giudicato superfluo, lo si sarebbe dovuto abolire. Ieri, Gianfranco Morra, su queste stesse colonne, ha spiegato che, nell’Europa del Nord, cinque democrazie che funzionano come degli orologi svizzeri non hanno il senato. Ma abolire il senato, per in nostri politici (sempre tutti uguali) sarebbe stato troppo facile. Renzi preferisce riformarlo. E lo fa in modo stravagante. Prevede, per esempio, 21 senatori nominati senza vincoli dal presidente della repubblica che, vista l’esperienza dei senatori a vita, nominerà solo persone della sua area politica con tanti saluti per la democrazia rappresentativa.

REGIONI E SENATORI

Inoltre ogni regione manderà, nel nuovo senato, lo stesso numero di senatori: il minuscolo Abruzzo, 15 volte meno popolato della Lombardia, avrà lo stesso numero di senatori. Di fronte alle resistenze sulle modalità di elezione, ieri, Renzi «ha sparigliato», scrivono le agenzie. Come? «Saranno le singole regioni a decidere, ognuna a modo suo, come eleggere i rappresentanti da inviare al senato delle autonomie». Faranno loro. Possono incartarsi le norme come vogliono. Come se si trattasse di un etto di prosciutto. Insomma, non c’è limite al peggio. Dilettanti allo sbaraglio, dicevo.


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