“Se vince Grillo si andrà subito alle elezioni” annuncia come minaccia oggi Silvio Berlusconi.
Ma come? Ogni giorno, giustamente, il Cavaliere reclama l’anomalia non democratica di una situazione che vede il terzo governo presieduto da un primo ministro non eletto e, adesso, si lamenta se si dovesse andare alle urne dopo il voto di maggio?
Domenica noi ci auguriamo che gli elettori diano un chiaro segnale di discontinuità rispetto a “una classe non dirigente”, che si è rivelata e si rivela ogni giorni di più inadeguata, “unfit”, come a suo tempo il Wall street Journal liquidò il premier di Arcore.
Ripartiremo da lì, almeno ce lo auguriamo, dal superamento del patto scellerato del Nazareno, per ricostruire attraverso un’assemblea costituente o un nuovo parlamento con funzione costituente, eletto con le regole fissate dalla Corte Costituzionale, il nuovo assetto dell’Italia.
Questo sarebbe l’unico rimedio per via democratica alla gravissima crisi sociale ed economica del Paese, se non si vogliono sperimentare drammatiche avventure.
La parola ora spetta agli elettori e noi siamo convinti che sapranno formularla, come sempre, senza possibilità di equivoche interpretazioni.
Ettore Bonalberti
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