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Turchia, cronaca di una strage annunciata

Il più grave incidente nella storia turca. Fino ad ora 205 persone hanno perso la vita a causa di una esplosione nella miniera di carbone a Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia. I soccorsi corrono contro il tempo per salvare altre 300 esseri umani intrappolati a duemila metri di profondità. I minatori indossavano maschere antigas con un’autonomia fra i 45 minuti e l’ora e mezza. Sono state inoltre lanciate pompe che diffondono aria fresca verso le profondità delle gallerie. Ancora non conosce con precisione cosa sia accaduto. L’incidente è avvenuto durante un cambio di turno. Per l’emittente Ntv l’esplosione è scaturita da un cortocircuito.

LA DENUNCIA DEI SINDACATI

I sindacati dei minatori turchi hanno denunciato la mancanza di misure di sicurezza e di strumenti adeguati. Solo nel 2013 nel Paese sono morti 93 minatori. Due settimane fa il principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, aveva chiesto in Parlamento un’inchiesta sulla sicurezza a Soma. La proposta è stata bocciata dall’Akp.

Fino ad oggi, il più drammatico incidente in Turchia era accaduto il 3 marzo del 1992 nella miniera di carbone di Kozlu, a Zonguldak, vicino al Mare Nero, dove 272 minatori morirono in un incendio causato da una fuga di gas. A novembre del 2013 circa 300 minatori si erano rinchiusi nella miniera di Zanguldak per protestare contro le misure di sicurezza insufficienti dell’impianto.

L’APPELLO DEL PAPA

Il premier Recep Tayyip Erdogan ha annullato una visita all’estero e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Papa Francesco, invece, ha fatto un appello nell’udienza di questo mercoledì mattina: “Vi invito a pregare per i minatori che ieri sono morti e per quanti si trovano ancora intrappolati nelle gallerie. Il Signore accolga i defunti nella sua casa e dia conforto ai loro familiari”.

Ecco la diretta dei soccorsi trasmessa da una tv turca



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