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Unicredit, Intesa e Mps. Chi teme di più l’esame della Bce?

La cura da cavallo delle banche italiane per reggere all’esame della Bce sul loro stato di salute finanziario si intensifica. A dimostrarlo è un report Pricewaterhouse Coopers, che si concentra sui crediti deteriorati degli istituti italiani e sulla loro capacità di copertura. Il trend? Positivo, almeno per i grandi come Unicredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena.

GLI ISTITUTI ITALIANI A CONFRONTO

Tenuto presente il Comprehensive Assessment che la Bce effettuerà nel 2014, la maggior parte delle banche ha infatti “accresciuto i livelli di copertura a fine 2013 – si legge nello studio PWC – con Unicredit in testa al gruppo con un aumento del 5,7% rapporto di copertura dei Non Performing Loans” (NPL – debiti non performanti, vale a dire le attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione).

LA CLASSIFICA DELLE BANCHE ITALIANE

Il totale degli NPL netti? Per il gruppo Unicredit guidato dall’ad Federico Ghizzoni ammonta a, a fine 2013, a 18,1 miliardi di euro. Si tratta, insieme con Bnl del gruppo BNP Paribas, dell’unico istituto italiano che abbia registrato un calo di questo fardello rispetto alla fine del 2012. Intesa San Paolo, che conta 13 miliardi di debiti non performanti, ha registrato un aumento delle coperture del 2%, mentre il Monte dei Paschi di Siena si è fermato ad uno 0,9% in più rispetto alla fine del 2012, con NPL in crescita da 7,3 a 8,9 miliardi di euro.

LA CRISI ALLE SPALLE?

Se, insomma, Unicredit registra una diminuzione assoluta di questo tipo di prestiti e un aumento della copertura, Intesa e Mps mostrano sì valori percentuali maggiori, ma un fardello che nel 2013 si è gonfiato ancora un po’. Segnale che, fuori dalla palude, i colossi italiani non sono ancora del tutto fuori.

Il balzo maggiore nelle coperture in termini percentuali? Sicuramente quello di Mediobanca, che incassa un +10%, nonostante un aumento delle sofferenze dello 0,1%. In calo invece il rapporto di copertura per Ubi Banca, che segna un -1%, e per Bnl (-1,4%), nonostante, come detto, un balzo da 3 a 2,4 miliardi di prestiti in sofferenza.

IL TREND NEL 2014 E LE ASPETTATIVE SUL GOVERNO RENZI

“Ci aspettiamo – prosegue la società di consulenza – che l’esame della Bce condurrà ad un ulteriore aumento delle coperture nel 2014 che, insieme all’appetito degli investitori e alla liquidità del mercato, permetterà un sostanziale aumento delle transazioni nei prossimi anni”.
In un ritrovato contesto di stabilità, “l’attenzione politica si è spostata sullo sviluppo e sulla crescita del Paese. E in attesa di giudicare l’abilità del premier Matteo Renzi nell’implementare le riforme strutturali necessarie per il Paese, le aspettative per il Pil 2014 e 2015 sono positive sebbene rimangano a livelli relativamente bassi”, conclude il report.

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