Grazie all’autorizzazione dell’editore, pubblichiamo il commento del direttore di Italia Oggi, Pierluigi Magnaschi uscito sul quotidiano economico e politico di Class Editori
L’ex ministro del Tesoro americano, Tim Geithner ha scritto, nel suo libro Stress test, ciò che l’ex ministro dell’economia italiano, Giulio Tremonti sta dicendo (e documentando) da molto tempo, tra i risolini compiaciuti di coloro che non hanno mangiato solo la foglia ma anche il fittone e che, in questa vicenda, si stanno comportando come Merkel e Sarkozy al vertice di Cannes, cioè dandosi di gomito. Geithner dice che Francia e Germania hanno creato le condizioni per mandare a casa il governo Berlusconi e per sostituirlo, con la collaborazione di alcune autorità tricolori di grande rilievo, con un premier che fosse più arrendevole al volere tedesco e francese.
La testimonianza di Geithner è molto importante perché, non solo è un esponente economico di punta del paese più importante del mondo, gli Usa, ma è anche terzo rispetto agli attori di questo golpe. E che, per di più, non si è associato ai golpisti per, dice testualmente, «non sporcarsi le mani di sangue».
Gli unici che propendono per il rapido seppellimento di questo «gossip» sono gran parte dei politici e dei media italiani. Essi sostengono, confondendo causa ed effetti, che il cambio del premier fu dovuto all’esplosione dello spread. Sarebbe come dire che un impiccato respira male. Respirerebbe meglio se gli si togliesse il cappio. Infatti lo spread esplose perché fu fatto esplodere. Infatti il presidente della Bce, Trichet, disse che non avrebbe più acquistato un titolo di stato italiano. Così come Draghi bloccò la successiva bufera che si era scatenata sull’intera Ue, dicendo che avrebbe fatto fronte a qualsiasi emergenza con tutti i mezzi necessari, cosi Trichet dicendo l’opposto, scatenò la crisi del debito italiano.
Inoltre la Ue impose di anticipare al 2013 l’azzeramento del deficit pubblico. Cosa che oggi tutti ritengono impossibile fare addirittura nel 2015. È vero quindi che l’Italia si trovava sul baratro ma perché c’era stata spinta per piegarla alle esigenze delle banche francesi e tedesche. L’Italia infatti era esposta con le banche greche per il 5%. Le altre banche per il 70%. E l’Italia «sull’orlo del baratro» fu costretta ad aiutare le banche greche con il 18% del piano complessivo, per far sì che i crediti inesigibili di francesi e tedeschi potessero essere da loro esatti. Altro che «gossip» o archivio Scajola come diversivo.