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Accesso ai prestiti per i piccoli imprenditori: per il 20% è un problema pressante

1 piccolo imprenditore su 5 considera l’accesso ai prestiti il suo problema più grande e intanto le PMI non crescono

La maggiore disponibilità di liquidità e il desiderio di crescita sono obiettivi ormai pressanti per le piccole e medie imprese che, per fronteggiare l’attuale contesto economico, non si risparmiano nel cercare incessantemente il prestito per loro più vantaggioso. Spesso, l’aiuto più valido è offerto dalla rete, la quale permette di mettere le proposte di prestito Agos a confronto con quelle di Findomestic, IBL ecc. Ulteriori difficoltà subentrano, però, in seguito, ovvero al momento di avanzare la richiesta alla banca.

Perché, a dire il vero, è proprio questo il punto: quasi 60 Pmi su 100 hanno il problema “pressante” di non riuscire ad ottenere il denaro necessario, per quanto sussistano numerose soluzioni di prestito possibili. La situazione in cui si trovano a sopravvivere le piccole imprese nazionali è ben espressa dai dati riportati dal 2013 SME’s Access to Finance survey, il quadro generale del rapporto tra credito e Pmi nell’Unione Europea realizzato dalla Commissione di Bruxelles.

L’analisi evidenzia come l’Italia sia scesa all’ottavo posto per peso industriale a livello mondiale (dopo il Brasile), e la situazione non pare destinata a cambiare, almeno finché le banche continueranno a distillare credito alle imprese con il contagocce (soprattutto le piccole e medie), arrestandone la ripresa.

L’impossibilità di accedere ai prestiti non rappresenta una condizione recete: da anni si replica la medesima situazione, ogni anno in peggio. Dal 9%  delle imprese che non riusciranno ad ottenere credito nel 2009 (sul 11% dell’Europa), si è poi passati al 14% del 2011 (contro una media europea del 15%), sino all’attuale 20%. La crescita del 150% è allarmante e rappresenta chiaramente il difficile rapporto che intercorre tra Pmi e Banche.

Per quanto riguarda il più ampio contesto europeo, a vivere una condizione più difficile dell’Italia sono solo Cipro (40%), Grecia (32%), Spagna (23%) e Slovenia (22%), mentre simili preoccupazioni sono ben lontane dai Paesi di peso analogo al nostro.
Nei mesi antecedenti lo svoglimento dell’indagine, l’82% delle Pmi italiane ha avuto bisogno di denaro, sul 75% della media europea e tale disparità si perpetua da più di 4 anni.

Chiudiamo con i dati nel dettaglio: in Italia il 16% delle imprese che avanza una richiesta di credito si vede respingere la richiesta, e l’1% è costretto a respingere le proposte inaccettabili delle banche. Solo il 13% ottiene crediti, nella maggior parte dei casi inferiori a quanto richiesto, mentre il 14% delle Pmi non avanza nemmeno proposte, convinte dell’inutilità dell’azione e intenzionate a non sentirsi negare la richiesta.

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