Mentre la stima preliminare di giugno degli indici dei direttori acquisti conferma che la Francia è in condizioni economiche sempre peggiori, il ministro transalpino dell’Economia, Arnaud Montebourg, ala sinistra ed onirica di un governo in stato confusionale permanente, sta facendo il victory lap per una piccola clausola inserita nell’accordo che porterà al matrimonio tra il campione nazionale Alstom, di cui il governo francese diverrà peraltro primo azionista, e gli americani di General Electric.
LA TROVATA
Tra i punti dell’accordo è previsto che GE si impegni a creare sul suolo francese, in un triennio, non meno di mille nuovi posti netti di lavoro. In caso contrario, gli americani pagheranno allo stato francese una penale di 50.000 euro per ogni impiego non creato. Noi abbiamo il robusto sospetto che, in un gruppo come Alstom, che al 31 marzo aveva un organico complessivo di 93.000 dipendenti, l’asticella per GE sia posta molto in basso, nel senso che probabilmente le stime prudenziali di piano pluriennale giungono a quel risultato e pure oltre.
IL BLUFF
Ma gli americani, consapevoli di star trattando con personaggi che da sempre si caratterizzano per la ricerca di risultati simbolici più che sostanziali, hanno lanciato la collana di perline di vetro colorato al gauchiste Montebourg ad al suo boccheggiante presidente, portando a casa il risultato. Montebourg, fuori di sé dalla gioia, ha subito fatto la ruota, dichiarando tutto ed il contrario di tutto, manco fosse un politico italiano. Ad esempio, ha respinto l’ipotesi che questa prassi possa generalizzarsi, genuflettendosi al principio del “mutuo rispetto, nei negoziati”, e non ope legis. Al contempo, in altra dichiarazione, Montebourg ha però affermato che siamo di fronte ad “un precedente che potrebbe essere un esempio”.
CONCLUSIONE ITALICA
Ora non ci resta che attendere gli imitatori italiani di questa farneticazione francese, pronti a lanciare proclami nei talk televisivi, e vivremo tutti felici e contenti, attendendo che la Francia affondi solennemente.