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Argentina, cronaca di un nuovo default annunciato?

Inizia oggi la corsa per evitare un nuovo default dell’Argentina. Trenta giorni in cui il governo di Cristina Fernández de Kirchner dovrà giocarsi tutte le carte possibili per trovare un accordo con i holdouts, i fondi speculativi che in Argentina vengono chiamati “fondos buitres”. In caso contrario, il Paese sudamericano rientrerà tecnicamente in un altro default per il debito pubblico.

EVOLUZIONE DELLA CRISI

La crisi è degenerata da settimane. Il ministro dell’Economia argentino, Axel Kicillof, aveva annunciato con un comunicato ufficiale che “la decisione presa dalla Corte suprema d’appello degli Stati Uniti, che lascia senza effetto la sospensione delle misure cautelari del giudice (Thomas) Griesa… impediscono all’Argentina di effettuare il prossimo 30 giugno il pagamento agli ‘hedge fund’”. Così confermava che non sarebbero stati pagati i 900 milioni di dollari della prossima rata, con scadenza il 30 giugno, ammettendo di fatto il rischio di un nuovo default.

IL VERTICE DELLA OEA

Ma si è aperto uno spiraglio per l’Argentina. Ci sono “30 giorni frenetici”, come sostiene il quotidiano argentino El Clarin, per trovare un accordo prima che arrivino le conseguenze per il mancato pagamento. L’Organizzazione di Stati American (Oea) si è messa in mezzo e ha convocato una riunione straordinaria del consiglio permanente per informarsi sulla ristrutturazione del debito di fronte alla causa con i fondi. L’incontro sarà oggi alle 11 (ora locale) a Washington e ad intervenire saranno il ministro degli Affari esteri argentino Héctor Timerman e il ministro dell’Economia Axel Kicillof.

IL PREZZO DELLA SUPERBIA

L’economista Daniel Marx, direttore dell’agenzia di consulenza Quantum, ha spiegato al quotidiano argentino La Razón che “se in un mese non c’è l’accordo tra il governo e i holdouts la vicenda diventerà veramente complicata”. Si è arrivati a questo punto, sull’orlo del default, perché “il governo argentino gestisce le decisioni sulla ristrutturazione del debito con superbia” e le negoziazioni sono nelle mani di funzionari che non sono all’altezza della situazione.

PAGINE A PAGAMENTO

Intanto, continua la campagna internazionale. Il governo pubblica ancora pagine intere sui principali quotidiani internazionali. Dopo il New York Times oggi è il turno del tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il messaggio? Sempre lo stesso: “L’Argentina è disposta a pagare il 100% di quanto deve. Ma in una maniera giusta, equa e legale. Non con le regole imposte dalla Corte”.

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