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Che Italia sarebbe senza la Bocconi?

Uno studio della Bocconi ha dimostrato che, a parità di stipendio percepito, due cittadini italiani si trovano ad avere potere di acquisto differente a seconda di dove vivono. E per via appunto del diverso potere d’acquisto, lo stipendio che è pari in busta, si riduce assai diversamente a seconda della loro latitudine. Il risultato è che i più ricchi d’Italia si trovano a Enna e Crotone.
Cioè, avete capito: gli insegnanti di scuola elementare o media inferiore, ma pure quelli di media superiore pare, che prendono uno stipendio da fame in tutto lo stivale, se insegnano a Enna o a Crotone è una cosa, se insegnano a Bolzano è un’altra. Tutta questione di potere d’acquisto è. Poi, certo, statistiche per statistiche, c’è da ricordare che Enna e Crotone però sono fanalino di coda quanto a qualità della vita e che Bolzano invece è in testa a questa speciale classifica. Ad ogni modo il fatto, con tanto di bollo della Bocconi, resta: l’insegnante di storia e filosofia nella Magna Grecia se la sente sucata, per dirla con Pitagora, rispetto al collega del Trentino.
Insomma, meno male che c’è la Bocconi. Perché le conclusioni di questa ricerca faranno discutere. Ci sarà un brontolare nei palazzi, un po’ come l’acqua dentro la pentola sul fuoco, quando bolle.
Il fatto vero è che questo paese ha sempre più bisogno della Bocconi come la Bocconi ha sempre più bisogno di questo paese. E’ un fatto antropologico. La riprova: Mario Monti è stato prestato dalla Bocconi al paese. Flavio Briatore dal paese alla Bocconi.

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