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Chi è Jay Newman, il manager americano che vuole affondare l’Argentina

A un primo sguardo sembrerebbe lo Steve Jobs della finanza: alto e magro, quasi fragile e timido. Ma Jay Newman è tutt’altro che vulnerabile. Si è posto di traverso alle trattative tra il governo argentino e i fondi speculativi per difendere l’interesse della società che amministra, la Elliott Management, e non ha nessuna intenzione di togliere il disturbo.
Dopo che la Corte d’appello americana ha respinto la richiesta del governo di Cristina Fernández de Kirchner la tensione è salita. L’Argentina non può più presentare ricorso e così al ministero dell’Economia non è rimasto che annunciare la sospensione dei pagamenti.

LA ELLIOT MANAGEMENT

Da un moderno grattacielo nella 40ª West della 57 street di New York, a pochi passi da Central Park, Newman ha cominciato a fare pressione sulla vicenda argentina. Secondo quanto riporta la stampa, gli uffici della Elliott Management sembrano la sala vip di un aeroporto. Sono passati 10 anni da quando questo fondo ha deciso di tenere il silenzio stampa sulla gestione della crisi in Argentina, ma visto l’atteggiamento del governo della vedova Kirchner a novembre dell’anno scorso ha scelto di parlare.

LE AZIONI

Alcune voci sostengono che è stata proprio la Elliot Management a convincere il giudice Thomas Griesa della Corte d’appello americana a non concedere un ulteriore rinvio all’Argentina. Così, il Paese si vede costretto a pagare 1,5 miliardi di dollari.

DIETRO LE QUINTE

Secondo il quotidiano finanziario messicano Perfil, nel 2010 Newman è riuscito a far saldare all’Argentina circa 300 milioni di dollari dovuti all’Elliot e nel 2012 era dietro le quinte nel pignoramento della Fragata Libertad in Ghana. “Nel pomeriggio tutto questo potrebbe risolversi”, ha detto.

LEADER MANCATI

In un editoriale pubblicato sul Financial Times, Newman ha scritto: “Quando un Paese sperimenta una crisi del debito, i suoi leader cercano di risolvere la questione al più presto. L’Argentina è diversa. Sono quasi 12 anni, ci sono più di 80 miliardi di dollari di debito e i problemi restano irrisolti. La nostra azienda, che gestisce soldi per fondi di pensioni, università e altri, è tra i detentori del debito in default”, ha spiegato.

“Anche se il Paese potrebbe facilmente permettersi di pagare tutto il suo debito domani, i suoi leader hanno scelto di sprecare tempo e denaro della nazione conducendo una battaglia legale inutile contro i suoi creditori non pagati”, ha aggiunto.

LA SOLUZIONE

L’Argentina deve alla Elliott Management circa un miliardo di dollari dei bonus in default. Newman lamenta che il governo argentino avesse aperto un dialogo sull’argomento mettendo sul piatto il giacimento petrolifero Vaca Muerta, ma dopo “non hanno più voluto negoziare con noi… Non chiediamo al governo di pagare quello che non può, ma di arrivare ad un accordo”, ha detto.
Questo poteva risolversi in mesi e non anni e anni”, ha detto Newman alla rivista Apertura appena saputa la decisione del governo argentino. Gli investitori non hanno più pazienza e hanno deciso di reagire con più decisione e fermezza di prima.

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