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Dall’economia casinò all’economia reale dei territori

Dal 2008 sono passati 6 anni, la crisi economica ancora morde i polpacci degli italiani ma nel mondo della finanza e delle banche sembra tornata la quiete. Si tratta di un raro caso di perfetta “resilienza”. Dopo la bufera, i cordoni della borsa si sono ristretti e le imprese faticano, chiudono, senza riuscire ad investire ed accedere al credito. Tutto è cambiato, ma nulla sembra realmente cambiato.

L’economia casinò, svincolata dall’economia reale, morirà sicuramente, ma per adesso resiste. La sua fine è segnata, ma per ora si intravedono solo deboli segnali di un cambiamento in atto.  Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Earth Day Italia ha cercato di raccontare un’avventurosa e pionieristica realtà, l’economia sostenibile, circolare ed equa che sognano quelli che credono che il denaro sia un mezzo e non un fine e che quindi la finanza debba essere al servizio della collettività e dei territori.

Utopia? Assolutamente no. Battaglia culturale piuttosto.

A Roma Earth Day Italia ha organizzato assieme a FAO/Mountain Partnership e World Bank – Connect 4 Climate il convegno dal titolo “Territori intelligenti, opportunità di investimento sul futuro. Innovazione sociale, ambientale e finanziaria a confronto”. Abbiamo parlato di questioni tecnico-finanziarieimpact investing, social impact bond, finanza responsabile. Abbiamo riflettuto sulle questioni dell’economia al servizio dell’uomo, rispettosa dell’ambiente e capace di innovazione sociale.

Ma non è stato un evento adatto solo agli addetti ai lavori, abbiamo cercato di raccontare una storia che fosse adatta a tutti. Di ispirazione per chi si occupa di asset management o di green economy, per chi si occupa di tutela della natura, per chi cerca senso e significato alla vita.

Due sono i messaggi centrali che insieme ai relatori sono emersi.

Occorre cambiare completamente il paradigma dell’innovazione, ciò che prima era innovativo oggi è obsoleto e viceversa.

Occorre tornare a credere in noi stessi, come uomini capaci di costruire un futuro.

Abbiamo raccontato delle montagne e delle campagne come territori più intelligenti delle città, delle imprese sociali e familiari come più intelligenti delle imprese che non riflettono mai sull’impatto che producono. Abbiamo raccontato di come alcune caratteristiche che hanno rallentato lo sviluppo italiano nel secolo scorso possano essere delle meravigliose opportunità per lo sviluppo economico.

C’è riuscito Vincenzo Linarello con il Gruppo Cooperativo Goel, in Locride e in barba alla ‘ndrangheta, c’è riuscita Alessandra Viscovi con Etica SGR a Milano che pronuncia parole blasfeme per la maggior parte degli uomini d’affari, come investimenti responsabili e finanza etica e che vede la sua impresa crescere in tempi di crisi.

C’è riuscito Edo Ronchi con gli Stati Generali della Green Economy mettendo insieme rappresentanze della società e dell’economia in Italia, il paese della frammentazione, per fare proposte congiunte e creare sviluppo sostenibile.

E con loro tutti gli altri interlocutori del convegno, tutti testimoni di idee e progetti improntati alla fiducia reciproca, fiducia di potercela fare, insieme. Il cambiamento non solo è possibile, ma può essere anche esaltante; occorre ripartire dai territori, quell’insieme di elementi ecologici, biologici, antropologici e culturali che sono alla base del nostro modello socio-economico. Territori resi intelligenti dagli uomini che li abitano, territori che usano l’innovazione per andare oltre.

Per questo abbiamo pensato al “Forum Terra Italia” (www.forumterraitalia.it), uno spazio di incontri fisici e virtuali, uno strumento nuovo, di cui il convegno è stato un passo importante per consentire di individuare territori intelligenti e per permettere a questi stessi di stimolare in autonomia l’azione sostenibile.

Non ci sentiamo certo soli in questa missione.

Giusto ieri mattina Papa Francesco esortava allo sviluppo di “vie attuali e praticabili verso una maggiore equità sociale”. Ha citato l’impact investing come strumento di finanza responsabile e ci ispira così:

“La logica che anima queste forme innovative d’intervento è quella che «riconosce il legame originale tra profitto e solidarietà, l’esistenza di una circolarità feconda fra guadagno e dono … Compito dei cristiani è riscoprire, vivere e annunciare a tutti questa preziosa e originaria unità fra profitto e solidarietà. Quanto il mondo contemporaneo ha bisogno di riscoprire questa bella verità!» (Prefazione al libro del Cardinale G. Müller Povera per i poveri. La missione della Chiesa). Ne abbiamo bisogno davvero!”.

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/06/16/0442/01003.html

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